E naturalmente è troppo facile e banale dire che vorresti essere in un posto simile tutta la vita, che Puerto Escondido e Mediterraneo li hai visti venti volte, che Into the wild è un film simbolo, etc etc. E invece devo dire di no. Certo vedi questa foto, che hai scattato nel Pacifico, e chiaramente la vita a svegliarsi così, in una tenda con davanti una cosa del genere, prendere la tua macchina fotografica da 4 soldi e senza filtri senza post senza nulla di nulla scattare e poi fare una gran bella figura…beh. fa gola, certo. Ti fa dire e pensare un mucchio di riflessioni fritte che fanno anche la fortuna di guru di diverse cerchie d’attività (di solito poi non manca mai, quando diventano rinco, una frase tipo che dopo di loro è arrivata piattezza culturale, che il loro messaggio non è stato capito, e altre oronzate simili che vorresti augurargli qualcosa di quello che hai visto in giro e dirgli, adesso fai filosofia in queste condizioni, pseudo intellettuale da strapazzo, che manco Einstein disse dopo di me c’è stato il vuoto), fino a quando non capiti per sbaglio nelle favelas o come si chiamano da quelle parti di Johannesburg ed è come, credetemi, ricevere in faccia un pullman di acqua gelata. Svegliati e smettila di cicerare oronzate, e dai peso giusto a qualunque, ma proprio qualunque, cosa ti capiti e veda.
E però…e però un altro tipo di viaggio, il più importante, è quello che fai un giorno normalissimo che ti svegli e fuori è straumido e magari, come succede ad un sacco di gente, hai un sacco di problemi VERI e mostruosi da affrontare, come salute e qualche volta anche peggio. Ecco, il vero viaggio è quello lì, e l’ho intuito da un bel pò di gente veramente speciale incontrata conosciuta e così via.
Va beh, era solo per dirvi buongiorno. Fra l’altro la foto è di Tatiana, il luogo è la Polinesia, dove noi andammo in tenda e meno male perchè c’erano dei prezzi, ma c’erano dei prezzi, che uno dei due avrebbe dovuto vendere l’altro per pagare un qualunque alloggio. Anche lì feci la mia solita figura di feci: un tizio ci disse, volete vedere gli squali? certo, dissi io, così ci portò con barchetta un pò lontano dalla riva, fra l’altro aveva fisico e volto da Brad Pitt con lineamenti polinesiani per cui l’avrei voluto volentieri gettato fra i pesciotti, comunque arrivammo ed in effetti comparvero, squaletti, eh, un paio di metri, io chiesi, ma se mi tuffo? quello, vai tranqui, non attaccano uno grosso come loro, se non morente o insanguinato, e così via, in barca eravamo in 4, oltre lui, due tizi francesi, e quindi mi butto e nuoto, ho un sacco di foto di loro a un metro e meno, ti arrivavano addosso e scartavano all’improvviso, adrenalina a mille e tipica esaltazione che di solito porta a tragedia, ebbene sì, avevo macchinetta subacquea, e a un certo punto mi urta qualcosa sulla spalla, e lì capisco profondissimamente il significato di cuore-in-gola, mi giro pronto a battermi alla morte che comunque son già bianco come un cencio ed era uno dei francesi, che poi sulla barca mi fa, ho visto che non attaccavano son sceso anch’io, io dico che se è ancora vivo con le maledizioni che gli tirai per un bel pò di ore (cuore incastratissimo in gola) è chiaro che io non sono un guru, e infatti non lo sono, meno male.
LA CERBOTTANA
Novembre 7, 2014 | 0 commenti