
Queste parole sono del Dott. Massimo Barbieri, colui che in seconda liceo, poco dopo essere uscito, portò il disco Blizzard of Ozz.
Mr Crowley, Crazy Train e per me più di tutti Revelation stravolsero le nostre attitudini. Eravamo già evidentemente portati ad essere poco controllabili, ma grazie ad Ozzy qualunque istituzione perse con noi, nei decenni a venire, qualunque speranza di gestirci facilmente. Da Ozzy imparammo tutto ciò che qui è scritto. Ogni mio comportamento, soprattutto quelli che danno fastidio a chi ha interessi di potere, e’ spiegato qui. Il mio approccio con ragazzi e ragazze, e anche cocentissime delusioni arrivate inaspettate dal punto di vista umano, sono spiegate qui e nella scelta da parte di Ozzy di assumere un ragazzo timido e sconosciuto che sarà poi il compositore di uno dei capolavori della musica del ‘900, il brano Diary of a Madman
“ E alla fine siamo rimasti anche senza Ozzy.
Non solo un’icona del rock. Si è spento un simbolo, un punto di riferimento per generazioni intere.
La sua voce, strana ma unica, imperfetta e inconfondibile, ha fatto da colonna sonora a milioni di vite, inclusa la mia.
Ozzy era tutto ciò che non dovrebbe funzionare… eppure funzionava.
Troppo esagerato, troppo sopra le righe, troppo fuori controllo. Ma anche troppo umano per non essere amato.
Il suo corpo ha pagato gli eccessi: alcol, droghe, Parkinson, interventi alla colonna.
Eppure ha continuato a salire sul palco, anche quando la voce tremava e le gambe cedevano.
Anche quando lo davano per finito.
Non ha mai smesso.
Ha mostrato le sue fragilità senza vergogna. Le ha rese forza.
Ha aperto la porta di casa sua al mondo in un reality borderline grottesco, ma profondamente autentico.
Ha amato sua moglie Sharon, i suoi figli, i suoi amici, i suoi fan.
Ha aiutato tanti artisti a emergere, senza mai dimenticare da dove veniva.
Ozzy è stato importantissimo per tanti ragazzi (e ragazze) che si sono sentiti diversi, inadeguati, esclusi.
Perché lui era come loro. Come noi. Come me.
E ce l’ha fatta. A modo suo.
Non ha vinto. Ha resistito. E nel farlo è diventato leggenda.
Sui social oggi tutti dicono la loro. Ma chi lo ha davvero capito – anche solo attraverso una canzone, un live, una frase –
sa che se ne va qualcosa di molto più grande di un artista.
Se ne va un pezzo di adolescenza. Un punto fermo. Un fratello maggiore strano e fortissimo.
A me mancherà profondamente.
Non il cantante, ma l’uomo che mi ha insegnato che puoi essere sbagliato, fragile, pazzo… eppure valido. E degno d’amore.
Riposa nel rumore, Ozzy.
E grazie. Per tutto.”
Massimo Barbieri

