Fabio Palma

Infinite jest

Per sapere la fine, estratto da Condèmoni

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Tu sei venuto fino a qui per sapere la fine, no?  La fine? Per chi mi prendi, per un lettore di romanzo? Sono qui per vendicare degli amici.  Amici…  Slash incrinò le labbra, come colpito. Sì, amici, perchè. Che ne sai tu dell’amicizia. Poi la squadrò e  fu come folgorato. Ecco, chi sei, quella pazza che il capo ha cercato con Stojko e Dallas. La genia  maligna. Si accorse che mamma e papà appoggiavano il piede diverso, consumando disgiunti i bordi delle  ciabatte di casa. Camminava appena quando fu certa del modello di numeri e curve, così che le bastava  scorgere appena la suola di una scarpa per entrare di soppiatto nel cuore di una persona, soppesandone  paure e ansietà.  C’era il riflessivo, consunto ad un lato e dalla punta vergine e affilata, l’insicuro con i lati logori da giorni  in cui a fatica aveva retto il peso del mondo, e poi l’aspirane rampante, con il davanti scorticato da mille  inciampi e pressioni agitate. La gente camminava, e così rivelava chi fosse, per meglio essere compresa e  scoperta.  Poi intuì le diverse posture, quella piegata in avanti, un inchino perenne ai più forti, e quella più eretta ma  dalla tensione continua, con i colli rigidi come fossero pali di cemento in un molo costruito per spegnere la  forza del mare, e invece destinato a sbriciolarsi negli anni fino ad un gigantesco e improvviso fragore. Stojko  ha ripetuto a memoria queste frasi per mesi.  Ma quanto sono importante. Azzardò come un passo di danza con gli occhi. E l’hai imparato a memoria. Che  bravo.  Ma la sua voce si stava facendo infantile, e questo cominciò a turbarla. Slash la guardò come se fosse arrivata  un’altra persona.  La pazza, le disse ancora.  E’ passato del tempo, gli rispose, quasi gracidando.  E tutto stava succedendo come uno sciame, come se su un quadrante stessero apparendo dei puntini, ogni  puntino un FATTO della memoria. Come se qualcuno stesse cominciando a leggere in fretta, desideroso di  voltare pagina, di leggere la fine. Slash se ne accorse. Stava accadendo tutto in fretta, la donna mutava voce e  anche lui cominciava a sentirsi diverso. Le cose erano avanzate lentamente fino a quell’incontro e adesso gli  parve di essere prossimo ad un finale, alla conclusione. Rudy l’aveva detto, passerete, ad un certo punto, ad  un quadro degli eventi, non ci sarà più successione. Tutto sarà investito contemporaneamente e niente sarà  più costruito da un prima e da un dopo.  Dimmi qualcosa, gli sussurrò la donna.  Slash fece per aprire la bocca, pur non avendo nulla da dire. Si vide ridicolo in quel posto, davanti a lei, e su  questa pagina. Alzò la mano come per colpirla, senza  riuscirci. Qualcosa aveva cominciato a  rubargli, a  morsi, tutto quello che possedeva all’interno.

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