Fabio Palma

Infinite jest

L’ombra, estratto da Condèmoni

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Verso le due del pomeriggio il sole, o quel che se ne vedeva 350 giorni all’anno nel cielo burroso della pianura padana, scompariva dietro il parallasse del grande caseggiato, e un’ombra che aveva un non so che di maligno fagocitava lo spelacchiato giardino pubblico, che istantaneamente si svuotava di gatti e uccelli, già prima ombrosi, sospettosi e sospetti, reduci da migliaia di battaglie quotidiane pulviscolari e sporche, e allora solo le cartacce di sigarette e bottiglie di plastica semi schiacciate e brandelli di teli e suppellettili restavano a prendere freddo e umido nelle mezze stagioni( perchè era solo freddo d’inverno, nient’altro, e vi era un puzzolente caldo nei due terribili mesi centrali estivi, nient’altro) Rudy si sedette su una delle prime panchine che andarono all’ombra e notò che l’ombra del caseggiato pareva un arrendersi, perchè le centinaia di finestre viravano al grigio e il grigio, per l’occhio umano, era sempre stato sinonimo di cupa bandiera bianca e di pericolo. Si chiese come mai non c’erano mai panni stesi su nessun lato del condominio, e se anche questo fosse un indice di stranezza, visto che anche nei più sfigati vicoli urbani mutande e pantaloni colorati erano da sempre mostrati come rivincita della vita sulle strettezze del destino. Su quelle pareti butterate niente faceva presagire una vita interiore, non c’era che pallore, e pallore, per Rudy, da sempre era stato parente di dolore, e in lui si faceva spinta, a calcioni, l’esigenza di saperne qualcosa di più, la necessità vera e ansiosa di capirne la porosità, perché il dolore, ne era convinto, non era mai un muro metallico ma piuttosto una spugna piena di disagio, un liquido che ti entra dentro e non tenti neanche più di sputarlo fuori perché te lo fai fratellastro, fino a quando non diventa fisico ed allora cominci a lottare per buttarlo fuori. C’era dolore e tristezza, là dentro, in quasi 3000 persone? Erano state tutte rinchiuse a rincorrere qualcosa? Erano dei custodi? O era tutta una farsa, soltanto un condominio assurdo e isolato con migliaia di persone capitate lì tutte insieme, con lui e la sua squadra cercando di rivelare nient’altro che l’ennesimo stupro della felicità e del vivere sereno? Da piccolino una volta si erano messi a recintare un campetto di calcio, era talmente in discesa che la palla, a centrocampo, bisognava arrestarla con la suola fino a quando non si dicesse via tutti insieme. E allora nei due tempi ce n’era per forza uno dove per tutti tirare in avanti era semplicemente un modo per sistemarsi meglio in difesa, e comunque mai e poi mai si tentava la corsa in salita per andare in vantaggio. Si aspettava il tempo buono, quando davanti vedevi gli avversari più bassi e laggiù, in fondo, la porta, la gloria, e allora si trattava di calibrare bene i passaggi verticali e i tiri da fuori, perché diventava tutto più veloce e profondo. Arrivò Stojko, mentre aveva tirato di poco a lato, sul palo destro. Sa, capo, pensavo che adesso è orrendo, ma 40 anni fa doveva proprio apparire anche terribile, ‘sto coso. Adesso è enorme, ma bene o male siamo abituati a vedere palazzoni senza senso, la periferia ne è piena. Non così, ma vabbè. Ma allora

beh, era un modo per dare nell’occhio, alla fine. Non passavi certo inosservato, se costruivi una cosa così. Non hai tutti i torti, Stojko. Ma è anche vero che dappertutto c’era il boom del mattone, costruivano un po’ dovunque. Boh, sarà. Ma così alto

pensavo anche un’altra cosa. La dico? Fa niente se è una boiata? Dì, dì pure. Ne abbiamo bisogno, di idee. Per me allora non c’erano abbastanza negozi. Rudy lasciò definitivamente il campetto di calcio e si mise un pollice nell’occhio destro. Prima ancora che Stojko proseguisse capì il senso dell’osservazione. Voglio dire

Ho capito. Non è una boiata, Stojko. Potremmo dare un’occhiata al tasso di crescita dei negozi dell’epoca, e vedere se in un intorno ragionevole ce n’erano abbastanza per tutta questa gente. Eh, questo volevo dire. Altrimenti

Altrimenti all’inizio qualcuno portava la roba. Soprattutto se non tutti avevano una macchina, all’inizio. E magari allora non era proprio da tutti, l’automobile.Stojko, a volte sei sorprendente, sai? Questa frase, capo, me la disse una di Lugano, una volta. Rudy si alzò dalla panchina e per un attimo i pantaloni non vollero sapere di seguirlo. Immagino, immagino. Andiamo, una capatina al catasto alla settimana non fa mai male. Questa volta ci andiamo noi di persona, così non vedono sempre gli stessi. Non si sa mai. Ah, un’altra cosa. Rudy aveva già fatto due passi. Un’altra idea? Come mai la vernice non è diversa nel lato N ord­Ovest, che da queste parti prende meno sole? Allora Rudy si fermò proprio di colpo, si voltò, guardò il caseggiato, poi Stojko, e disse. Mi sa che l’infarto ti ha fatto bene, a te, Stojko. Dovete capire che il delinquere è anche uno stile di vita, e come tale appassionatamente coltivato e difeso da qualcuno. Se ve lo dimenticate, non beccherete mai nessuno, solo ladruncoli o poco più. … Non sono molto chiaro, eh? Non volevamo dirlo, capo

Stojko, tu giocheresti a golf? Dipende. Se mi pagassero, un’oretta, magari

Eppure è un gioco molto tecnico e difficile, sai? E c’è gente che spende un mucchio di soldi, per giocarci. Hai una pallina assolutamente propensa al fuori controllo, e la devi mandare in piccolissimo foro. Ha a che fare con la precisione. … E molta gente la cerca, capisci? Molta gente è attirata, dalla precisione. E’ maniacale, in questo. Ecco, nel delinquere, la gente è attratta dal contrario della precisione. … Capo

Detesta l’ordine, capite? Ordine, regole, linearità. A loro modo, si sentono portatori di una certa necessità, quella di rendere più strano e curioso il mondo. Bisogna partire a lì. Vi faccio un esempio, la gente pensa, mi ruberanno quando sono in vacanza, e si attrezza di conseguenza. E invece la maggior parte dei furti avviene con gli inquilini presenti, magari mangiano o guardano la Tv. Sapete perchè? Perchè a molti ladri piace entrare nella sfera domestica altrui. Sono dei guardoni, fondamentalmente. E, incidentalmente, fanno colpo, perchè agiscono nelle condizioni migliori, con difese avversarie indebolite. Prese fiato. Ruotò la punta della scarpa bassa verso destra, un tic che aveva quando era infervorato. Le ascelle andavano per la loro attività. Per il serial killer, ciò è vero all’ennesima potenza, fra l’altro. Tutto ciò che è sicurezza interiore è detestabile, loro non ce l’hanno. Per questo attaccano in momenti in cui la preda è tranquilla.

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