Fabio Palma

Infinite jest

INDOLORE

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Il 2020 è stato l’anno della perdita di mio papà, per un tumore devastante e dilagante arrivato senza alcun sintomo pregresso a metà Luglio. Soltanto il 10 Luglio potevo essere, e a ragione, pessimista su molte cose, visto quello che stava succedendo, ma mai e poi mai avrei pensato all’assenza di mio padre a fine Ottobre. Si discuteva pacatamente di tante cose, ma erano di lavoro e di futuro, mai di fine vita.Intanto, avevamo finito, proprio a metà Luglio, di girare questo lavoro, per la precisione Yuri, regista e sceneggiatura, e Marco, operatore quanto lui ma invero anche indispensabile consulente.La realtà del dolore cronico oppure delle malattie terminali con dolore cronico mi erano quindi già note da oltre un anno, da quando Yuri, Ottobre 2018, aveva scritto il soggetto, dopo un contatto con il Dott. Michele Sofia, primario di Terapia del Dolore all’ospedale di Garbagnate Milanese, responsabile dell’Hospice di quell’ospedaleInizialmente l’idea del cortometraggio fiction mi aveva zero convinto, quindi fosse stato per me non l’avrei portata avanti. Invece avevano ragione sia il Dott. Sofia che l’approvò subito che Yuri che scrisse la sceneggiatura (due settimane di lavoro).E’ una storia forte, da sedersi e meditare.Poi, uno dei luoghi in cui Yuri e Marco girarono divenne anche l’ultimo percorso di mio padre, ed è un luogo dove sensibilità e umanità e bravura sono una combinazione che MAI avevo visto in 55 anni. Mai.Tutti speriamo di andarcene serenamente, senza dolore e senza brutte malattie che ti devastano, ma non è così, ogni anno oltre 170.000 persone muoiono di tumore in Italia, e purtroppo io ne so qualcosa, la famiglia di mio padre è stata estinta dai tumore, 3 fratelli, una sorella, il padre e il fratello del padre. Visto da vicino cosa può fare in due mesi una malattia simile, giorno dopo giorno, e a qualunque età, è veramente…va beh, che ve lo dico a fare.Quindi questo cortometraggio, che non fa vedere, lo dico subito, immagini così forti, è però molto importante dal punto di vista sociale perchè si pensa, e io lo pensavo, che se ti capita una cosa del genere non puoi che attendere fra sofferenze indicibili che tutto finisca.Non è così.E’ da serata, visto la durata, ed è da meditare.

Buona visione

https://yuripalmamediaproduction.com/portfolio/narrative

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