Fabio Palma

Infinite jest

BUONA o CATTIVA

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DEVI SAPER RIMANERE NELLA TUA MERDA, BUONA O CATTIVA CHE SIA


Nella foto, a destra uno degli atleti più spettacolari del pianeta, circa 105kg di muscoli per 200cm di peso (e massa grassa molto, molto bassa), un prototipo di perfezione contemporanea come Dressel, Lebron James, Giannis Antetokoumpo, Peaty o, fra le donne, Paola Egonu e La Thiem.A sinistra un uomo vistosamente sovrappeso, brutto a vedersi, scritturabile da un regista per un film di disagio sociale.

L’uomo di sinistra, però, ha delle qualità, o diciamo delle caratteristiche, che non ti aspetti: come entrare in un bar malandato e malfamato e sentir discorrere di Hegel, o enunciare teorie matematiche sulla simmetria. L’uomo di sinistra ha una velocità di braccia da pugile di 70kg, e invece ne pesa 128. E incassa colpi di maglio sul viso come se avesse ammortizzatori nascosti, mentre va da sé che sul corpo è come se avesse airbag brevettati. Di grasso, certo, ma funzionali, e voluti. E tanto per essere chiari, nelle mie menate al computer ho studiato rapidità e movenze del messicano panzone, e vi dico una cosa: anche tutte le leggende del passato avrebbero usato pinze accorte per gestire questo autentico inspiegabile pericolo pubblico.

Qualche mese fa, in una delle più spettacolari riprese della storia del pugilato, la terza, il perfettamente scolpito Anthony Joshua aveva centrato in pieno il volto del messicano Ruiz che, per la prima volta in 30 anni, era finito disteso al tappeto. La situazione era questa: un uomo grasso per terra e un portento di muscoli in piedi, uno che quando aveva centrato qualcuno aveva sempre concluso ogni discorso.

In quei 3 secondi in cui il messicano Ruiz era stato a terra, un commentatore che la sapeva lunghissima, ex pugile Campione, aveva osservato: “strano, Ruiz non ha per niente lo sguardo vuoto. Eppure gli e’ arrivato addosso un camion…”.Ruiz si rialzo’, Joshua gli si avvento’ addosso per finirlo, lo colpì ancora durissimo ma il messicano rispose rispose rispose in 30 secondi che sconvolsero logica e sport e alla fine fu il bellissimo Joshua, con lo sguardo incredulo e terrorizzato, ad andare al tappeto. Qualche ripresa dopo, definitivamente.

Come vedere Bolt sconfitto da un impiegato panzone, e meritatamente.“Se rimani fregato una volta è colpa degli altri, se rimani fregato due volte la colpa è tua”. Da allora Joshua si è chiuso in silenzio a lavorare, lavorare, lavorare. Prima sulla mente, tantissimo, poi sulle gambe. Sulla velocità di gambe. Sul cardio.

Era chiara una cosa: quel coso ridicolmente fuori forma era in realtà uno dei più pericolosi esseri umani della storia dell’uomo, bisognava sempre stargli lontano, colpire e scappare, colpire e scappare, il cuore a pompare pompare ossigeno e fiducia.

In un’intervista, aveva detto, Joshua:

“Devi saper rimanere nella tua merda, buona o cattiva che sia, è questo che conta. In molti interpretano la tua storia a modo loro, perché vogliono fotterti. Finché riesci a rimanere fedele alla persona che sei e a essere consapevole del ruolo che hai, non avrai nulla di cui preoccuparti.”

Ieri sera ha ballato, ballato, mobile come un ballerino, frenando l’istinto di avvicinarsi e finire.

Quante volte l’istinto ha tradito, nella vita? Quanti alpinisti morti, ragazzi e ragazze morte in corse spericolate o altri azzardi, tutto apparentemente sotto controllo, come avere davanti un panzone dall’aspetto innocuo e ridicolo. Ruiz era stato per Joshua come la cresta nevosa poco inclinata per l’alpinista, o la curva appena accennata da prendere a 200, o il fiume o il mare un po’ mossi ma niente di più. A volte la vita ti fotte travestendosi subdola, carogna: sorrisi gentili celanti ignobili pensieri, facce educate ma in realtà criminali intenzioni, cose ancora più brutte accadute dietro o dopo sembianze gentili.

Ieri sera, Joshua ha culminato mesi di studio mentale e preparazione fisica e cardio incessante con una prestazione perfetta, inibendo la voglia di ri confrontarsi da vicino con quello scherzo di pugile. Nella sua vittoria e nel suo ritorno, io ci vedo una lezione di vita: non pensare mai di poter dominare qualcosa, anche quando tutto ti dice di andare tranquillo. Usa sempre il cervello, sempre. E affidati alla forza mentale, quella che solo certe rovinose sconfitte ti possono dare.

Chi non avesse visto quella terza ripresa di pochi mesi fa, eccola: una delle più clamorose sorprese sportive di sempre, una delle più clamorose lezioni di vita di sempre. Credo che siano 3 minuti che dovrebbero essere obbligatoriamente visionati in ogni scuola di ordine e grado, e poi commentati. Io, la scuola, la intendo così.

E qui un fantastico video con slow motion e inquadrature leggendarie

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