Fabio Palma

Infinite jest

ARCHEOLOGIA

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DOSPILAS

Il tipo era un italiano, che però spiegò brevemente che in Europa non poteva andare, aveva avuto problemi con la Spagna, non ci disse quali. L’avevamo scovato in Messico, al confine con il Guatemala, dove però poteva andare solo di straforo, Poi ci disse che anche il Venezuela era un problema, e poi anche degli USA, perchè diceva che aveva avuto dei problemi. Alla domanda quali problemi, rideva e sorvolava. Conosceva molto, molto bene varie porzioni della giungla del Guatemala e del Belize, le università statunitensi lo prendevano come guida, mica ufficialmente, eh. Lo trovavano, come l’avevamo trovato noi. Si presentava mentre eri lì che cercavi superlocals che ti accompagnassero nella giungla.
Così ci mise su dei cavalli, che mi sa che sapevano dove andare perchè io a cavallo non ci ero mai andato e quello su cui andavo, a ritmo molto lento, proseguì per molte ore senza che io potessi fare assolutamente nulla, anche quando ogni tanto scomparivano gli altri. Ricordo una porzione della giungla fatta di tronchetti della felicità, erano alti dai 15 metri in su. Eravamo in 5, io e miei due amici Pitax e Grego, l’italiano ricercato in due emisferi, e un indios. Si continuava a fare su e giù, e ci disse che erano tutte piramidi sepolte dalla giungla, a centinaia, il Guatemala ai tempi dei Maya aveva più popolazione di oggi. In un tratto a piedi, fango oltre le ginocchia, l’indios ammazzò con un machete un corallo, che stava passando davanti a Grego che arrancava nel fango. Ci avevano detto che a secondo di una certa alternanza di colori poteva essere o corallo o parente non velenoso, ma l’italiano disse a Grego, ti è andata bene, quello era da un minuto. Comunque arrivammo in un posto dove c’era una piramide dissepolta dalla giungla, e lastre scolpite come quella della foto, e un guardiano, che appena ci vide rise e rise e rise, corse a prendere un foglio e ci fece firmare, era il foglio dei visitatori. Eravamo dall’8 in poi, come numero dell’anno, era Agosto, e i primi 7 erano archelogi americani, da Gennaio. Il Pitax gli fa, tu es da enero alone? ( Pitax sulle interpolazioni linguistiche era formidabile). Dopo cinque minuti quello capiì e tutto contento disse sì. Poi ci preparò una bevanda con delle foglie e l’italiano ci disse, questa è forte. In effetti lo era, avemmo delle visioni.. Comunque poi tornammo e ricordo che mi dissi, caspita, fare l’archeologo dev’essere proprio bello.

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