Si girò nel letto, più volte. La pelle scura come del vino siciliano, quasi invisibile nel buio famelico della stanza angusta in cui giaceva il suo letto estratto dal ferro.
Randall era originale in più aspetti. Il colore, certo, visto che era figlio di figli di figli irlandesi. Il tic delle labbra, che si piegavano a ogni inizio di frase suscitando un certo ribrezzo. La camminata rapida e composta di piccoli passi compassati e frenetici, tanto che a vederlo pareva un criceto gigante.
Ma, più di tutto e soprattutto, anche se non osservabile e quindi segreto a tutti tranne che a se stesso, era il modo contorto e intricato nel quale dipanava i sui sogni.
Lui sognava doppio, e anche triplo, e, gli venne il dubbio, talvolta, anche di ulteriore molteplicità. Come quando si attraversa una strada, e, interrogati, ci troveremmo a descrivere particolari all’apparenza sfuggiti. Più vite, insomma, se consideriamo anche solo un tratto di tempo come una striscia di vita.
Aveva 11 anni quando si svegliò da un sogno ricordandone due. Dodici, quando fu in grado di trascriverne tre. Come i registi più curiosi, che girano un film con meticolosa attenzione alla scena, non otturandola ma facendola esplodere in più riprese congiunte, lasciando allo spettatore una successione di blocchi immaginari continui, così la sua testa era in grado di sognare cose diverse, storie diverse, finanche mondi diseguali e paralleli. Si svegliava, e aveva l’assoluta certezza che non fossero stati sogni distinti, uno e poi l’altro, ma proprio sceneggiati adiacenti.
A questo punto di questa storia Randall è ancora un bambino, incuriosito da un fatto personale, e poco di più.
Ma molti anni dopo qualcuno scriverà tre fogli su un professore universitario di un college di periferia, un tipo capace, con l’auto ipnosi, di far parlare se stesso con due voci distinte. Una miscela, più correttamente. Registrandosi, si sentivano frasi sovrapposte, come due canali audio in lotta di suoni. Spesso ne veniva fuori una voce gutturale e profonda e una più smilza e asciugata, e la prima raccontava cose perverse o comunque assai poco morali, mentre l’altra era meno sensazionale e incresciosa. C’erano anche occasioni in cui sogni e voci si parlavano, limpide o torbide, come due persone che avevano cose da dirsi.
Si potrebbe bollare il tutto come l’ennesima prova che molti hanno un Mr. Hyde e che il Professor Randall era semplicemente riuscito a dimostrarlo, ma le trascrizioni della voce cupa e gutturale trovate poi sul comodino dello scomparso Prof. Randall non furono considerate particolarmente preoccupanti.
Pensa a te stesso
Non fare fatica.
Il passato è passato.