Fabio Palma

Infinite jest

LA MORTE DI ARTEMIO CRUZ

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Ti sentirai soddisfatto di importi a loro; confessalo: ti sei imposto perché ti accettassero come un loro pari: poche volte ti sei sentito più felice, perché da quando hai cominciato a essere quello che sei, da quando hai imparato ad apprezzare il contatto delle buone stoffe, il gusto dei buoni liquori, l’odore dei buoni profumi, tutto ciò che negli ultimi anni è stato il tuo piacere unico e solo; da allora hai mirato lassù, al nord, e da allora sei vissuto con la nostalgia dell’errore geografico che non ti ha permesso di farne parte in tutto e per tutto: ne ammiri l’efficienza, le comodità, l’igiene, il potere, la volontà e ti guardi intorno e ti sembrano intollerabili l’incompetenza, la miseria, la sporcizia, l’abulia, la nudità di questo povero paese che non ha nulla; e ti addolora ancora di più sapere che per quanto ti sforzi non puoi essere come loro: puoi essere solo un calco, qualcosa di approssimativo, perché dopo tutto, di’: la tua visione delle cose, nei tuoi peggiori o migliori momenti, è stata mai così semplicistica come la loro? Mai. Mai hai potuto pensare in bianco o nero, buoni o cattivi, Dio o Diavolo: ammetti che sempre, anche quando pareva il contrario, hai trovato nel nero il germe, il riflesso del suo contrario: perfino la tua crudeltà, quando sei stato crudele, non era soffusa di una certa tenerezza? Sai che ogni estremo contiene il proprio contrario: la crudeltà la tenerezza, la viltà il coraggio, la vita la morte: in qualche modo (quasi inconsciamente, per essere quello che sei, di dove sei e per quello che hai vissuto) sai tutto questo, perciò non potrai mai assomigliare a loro, che non lo sanno. Ti dispiace? Si, non è comodo, è fastidioso, è molto più comodo dire: qui sta il bene e lì sta il male. Il male. Tu non potrai definirlo mai. Forse perché noi, più indifesi, non vogliamo che si perda quella zona intermedia, ambigua, fra luce e ombra: quella zona dove possiamo trovare il perdono. Dove tu lo potrai trovare. Chi non sarà capace, in un solo momento della sua vita (come te) di incarnare nello stesso tempo il bene e il male, di lasciarsi guidare nello stesso tempo da due fili misteriosi, di colore diverso, che provengono dallo stesso gomitolo, affinché poi il filo bianco vada in su e il nero discenda e, ciò nonostante, tutti e due si ritrovino fra le tue dita? Non vorrai pensare a questo. Detesterai il tuo io perché te lo ricorda. Vorresti essere come loro e ora, da vecchio, quasi ci riesci. Quasi, però. Soltanto quasi. Tu stesso eviterai l’oblio: il tuo coraggio sarà fratello gemello della tua viltà, il tuo odio sarà figlio del tuo amore, tutta la tua vita avrà contenuto e promesso la tua morte: non sarai stato né buono né cattivo, né generoso né egoista, né fedele né traditore. Lascerai che gli altri rivelino le tue qualità e i tuoi difetti; però anche tu, come potrai negare che ognuna delle tue affermazioni negherà se stessa, che ognuna delle tue negazioni affermerà se stessa? Nessuno se ne renderà conto, eccetto te forse. La tua vita sarà intessuta con tutti i fili del telaio, come le vite di tutti gli uomini. Non ti mancherà, né ti avanzerà, una sola occasione per fare della tua vita quello che tu vuoi che sia. E se sarà una cosa, e non un’altra, sarà perché, malgrado tutto, dovrai fare una scelta. Le tue scelte non negheranno il resto della tua possibile vita, tutto ciò che ti lascerai alle spalle ogni volta che sceglierai: solamente, te l’assottiglieranno, la renderanno sottile al punto che oggi la tua scelta e il tuo destino saranno una stessa cosa: la medaglia non avrà più due facce: il tuo desiderio sarà identico al tuo destino. Morirai? Non sarà la prima volta. Avrai vissuto tanta di quella vita morta, tanti momenti di pura gesticolazione.

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