In questi anni, precisamente da metà gennaio 2020 ad oggi, ho avuto la fortuna e l’onore di affiancare una persona che, nel pieno della voglia di sfondare nella propria passione, ha avuto un problema fisico che sembrava potesse pregiudicare tutto.
E siccome ormai sapete che il mio cervello ama divagare e correlare e collegare, e per questo David Foster Wallace è tra i miei tre scrittori preferiti e sempre do’ ai miei atleti da leggerne, in questi giorni quelli che è accaduto dal 2020 ad oggi non posso che associarlo a quello che avvenne in un garage di Birmingham a fine anni ‘60.
Un ragazzo di 17 anni, mentre lavorava per guadagnarsi i soldi per poter fare quello che voleva, si taglia le prime falangi di due dita. Il verdetto è impietoso: si scordi la chitarra, magari la batteria o lasci stare la musica.
Il ragazzo piange ore e giorni e va in depressione, poi da qualche parte del suo cervello parte qualcosa di indefinibilmente geniale:
Quando ho avuto quell’incidente ho capito di dover fare qualcosa perché mi era stato detto che non avrei potuto suonare mai più, ho consultato vari dottori e tutti mi hanno detto ‘Faresti meglio a lasciar perdere’.Ma io non potevo accettarlo, dovevo trovare una soluzione per continuare a suonare. Così ho iniziato a costruire delle punte da una bottiglia di plastica. Ho fuso la plastica e ho fatto un buco nel mezzo, poi l’ho modellata sulle mie dita e in seguito ho continuato a perfezionarla per settimane per fare in modo che coprisse le dita nel modo giusto. Alla fine ho ricoperto queste punte con del cuoio per riuscire ad avere presa sulle corde della chitarra, è stata una procedura piuttosto lunga, ma ha funzionato. Il passo successivo era quello di realizzare un set di corde sottili dallo spessore minimo. Le ho create utilizzando inizialmente delle corde per il banjo. In pratica ho creato un mio set personale di corde extra light, in modo che potessero rispondere alle mie esigenze. Anche questa volta è servito molto tempo per trovare le corde giuste, in grado di mantenere l’accordatura nonostante il loro spessore minimo. Poi il problema fu il tatto, perché ovviamente non sentivo più niente, mi sono dovuto abituare a tutto questo e ho avuto bisogno di molto tempo. In seguito, molti anni dopo, ho proposto ad alcune aziende produttrici di corde per chitarre di creare delle corde più sottili di quelle esistenti. Pensavo che non avrebbe mai funzionato e invece alla fine un’azienda del Galles mi ha detto che le avrebbe prodotte. E fu così che crearono le prime corde extra light della storia. Intanto avevo conosciuto Ozzy, lo chiamavano così perché era dislessico e non riusciva a pronunciare il suo nome, diceva Ossie, era bullizzato da tutti, anche professori. Io ero fra quelli che lo bullizzavo ma dopo l’incidente venne da me e mi disse, almeno siamo in due a piangere. Ozzy si presentò’ al provino alla stregua di un matto semiritardato, con un guinzaglio a cui aveva annodato una scarpa, come fosse un animale domestico. Era completamente pazzo in ogni cosa che faceva con pressoché totale assenza di senso del limite ma non avevamo mai sentito una voce cosi, ci faceva paura…,Abbiamo realizzato il nostro primo album in un solo giorno, si trattava semplicemente di andare lì e suonare, ecco tutto. Ma le canzoni non piacevano al produttore e così mettemmo noi tutti i soldi per farlo uscire. Non mangiammo per giorni e le riviste lo stroncarono. Il suono cupo era dovuto alla mia accordatura e la voce di Ozzy era qualcosa di mai sentito. Le canzoni Black Sabbath, NIB e The wizard però piacquero molto ai concerti e la gente telefonava alla radio per farle passare. Allora registrammo subito un secondo disco perché non volevamo più lavorare in fabbrica. Paranoid nacque in 20 minuti, Iron Man e War Pigs un giorno a testa. Il disco vendette 4 milioni di copie solo negli USA e diventammo miliardari. Mai avremmo pensato che quelle canzoni sarebbero state usate in film contro la guerra e in pubblicità 50 anni dopo. Ozzy scriveva dei testi sotto influsso di droghe di ogni genere e chissà che altro. Non so come sia sopravvissuto oltre i 25 anni.”
E io non so se siete arrivati fino a qui. Certo Bea non diventerà mai famosa come i Black Sabbath e tantomeno con centinaia di milioni di dollari in banca e quando si ritirerà forse farà una festa di addio ma non davanti a 45000 presenti più decine di milioni di persone in streaming, non saranno scritti articoli per tutti i Tg del mondo e non saranno coniate monete in suo nome e mentre scrivo non so se il suo sogno di diventare la donna più veloce del mondo sarà coronato. Però ha combattuto tanto da quel gennaio 2020 a oggi. Tante volte è stata insopportabile e non nego che tante volte non ne potevo proprio più, appunto andavo a rileggermi la storia dei Black Sabbath o quella dei Pinkfloyd o quella di Tamberi e papà allenatore, gente che non si poteva vedere e che ha realizzato la storia. Se sei intelligente o hai un cuore che palpita fino alle labbra superi qualunque incomprensione e ragioni sulle differenze e così abbiamo fatto noi, proprio come loro.
