Fabio Palma

Infinite jest

STILO

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<<A me piace andare in metrò, ci scruti la vita>>

<<Per la gente che vedi? >>

<<No, per i nomi delle fermate>>

<<…>>

<<prendi Primaticcio, è un nome geniale, sintetizza perché tutti si affannino per dodici ore al giorno. Non per un primato vero, ma per un primaticcio qualsiasi, stronzate di leadership da corridoi d’azienda, di quelli a piastrelle grigio verdi con uffici a pareti mobili, da ristrutturazioni veloci, cose così…e la fermata dopo? Leggi, Inganni, e ti dice che dietro quei primaticci ci sono gli inganni che ti fai, quelli ti sobilli tutti i giorni, e sei pure scemo, perché davvero ci credi ai tuoi primaticci, e sai perché? Te lo dice la fermata prima, Bande nere, sono quelle che ci mettiamo sugli occhi, così vedi a strisce, ce le verniciamo anche sui polsi le bande nere, tanto che battono come metronomi, l’ultima emozione che li scosse un po’ neanche te la ricordi>>

<<Stilo era così, a suo modo un creativo, ti leggeva una parola e zac, partiva di filosofia>>

<<Leggi lì, acquisti a rate.

Cazzo, non siamo mai proprietari di niente, tutto ciò che abbiamo è in pagamento, tra un po’ rateirizzeremo anche la vita, anzi lo facciamo già, sgobbo adesso così fra cinque anni sono a posto, faccio questo adesso perché dopo non avrò più tempo, quell’altro lo faccio l’anno prossimo quando avrò più tempo…ma come cazzo ragioniamo, che ne sappiamo noi dei prossimi cinque minuti?? Non abbiamo neanche il potere di sceglierci il pomeriggio, e rimandiamo all’anno prossimo. Leggi là, Precotto…ecco, stiamo tutti sul precotto, mai che si faccia quello che ci piaccia veramente>>

<<Stilo quando partiva ti segava in due, obiezioni comprese, e comunque…e comunque….voglio dire, non sembravano stronzate, ci riflettevi, capisci? >>

<<…>>

<<…>>

<<Adesso? >>

<<Scala, ricordi che avevamo iniziato da quella festa in piazza, quando avevamo provato tutti…per un anno siamo andati sempre in quel posto là, salivamo sempre gli stessi tiri e al massimo c’era l’azzardo di chi portava la corda in catena, lui fra l’altro si lanciava più degli altri ma non è che avesse questa voglia di cambiare…poi un Sabato se ne andò in Piemonte con Arci, quello forte, la domenica lo prendemmo tutti in giro perché aveva detto che aveva provato una difficoltà molto alta, con noi non aveva mai osato e così gli siamo andati addosso, figurati se era un ottavo grado, gli dicemmo…poi a metà settimana ci scrisse un messaggio, ne ho piene le palle di arrampicata da forno a microonde, scaldata direttamente dal congelatore. >>

<<…>>

<<sì, non si capiva mai cosa volesse esattamente dire, comunque da quel giorno è un po’ sparito, sparito davvero, poi due anni dopo ci ha scritto che aveva fatto un Decimo grado, e che quell’ottavo grado del Piemonte non era male, di andarci…e poi in un mese si è fatto la Salathè, quella via lunghissima di Yosemite, e il Fitz Roy, in Patagonia, ci ha mandato due cartoline nella stessa busta, con la scritta, se apri gli occhi e il sole ti abbaglia, non è una buona ragione per voltare la testa>>

<<…>>

<<sì, un pazzo furioso, comunque devo dire che ci rimanemmo un po’ basiti, da insieme lo mandammo a cagare ma dentro di noi ci fece pensare, a tutti secondo me>>

<<Una cosa, perché Stilo? >>

<<Alle medie, o al liceo, non ricordo…aveva consegnato un tema, scritto a stilografica, che però aveva perso, i fogli erano macchiati. Il Prof era uno nuovo, coincidenza, e non sapeva che lui fosse il migliore della classe, in italiano, anzi della scuola, aveva anche vinto un concorso regionale…e gli diede quattro, senza correggerlo.

Lui sparì per una settimana, così gli telefonarono a casa, ma niente…e gli scrissero, a casa, e arrivò in risposta una raccomandata, dentro il tema originale con le chiazze e uno identico ma pulito, la raccomandata la indirizzò al preside, c’era un biglietto tipo, darebbe nove a uno solo o a tutti e due?

<<E adesso vive lì…>>

<<Sì, si è comprato quel casolare, non lo sapevo, l’ho scoperto dalla guida, prima del nome avevo riconosciuto lo stile di Stilo, la crudeltà, se vuoi, feroce quasi>>

Sulla guida di arrampicata, i nomi delle vie alla base della parete, letti da sinistra a destra, costruivano una frase.

La vita—le convinzioni—vestiti troppo stretti—questione di taglia—e non la vogliono capire.

Scritto il 22 Gennaio 2006, durante 15 fermate di Metrò

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