Fabio Palma

Infinite jest

I Cattivi ragazzi

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Contenuto in Lettere di Sosta, 2006

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Ai cattivi ragazzi piace uscire dal gruppo, vivere all’addiaccio, scalare da soli una montagna, e fottersene di tante cose.
Non di amare, di avere paura, di rischiare, di arrampicare in pantaloni bucati dal trasandato incedere dei loro giorni appuntiti.
I cattivi ragazzi arrampicano senza corda, o si proteggono poco; volano spesso, qualcuno non torna più, e non entrano mai in punta di piedi nel cuore di una donna. I cattivi ragazzi si inginocchiano davanti a Dio, ma stanno in piedi nella vita; ascoltano la musica ad alto volume, vivono sull’orlo, e scrivono delle loro vergogne.
Arrampicano la vita e le scogliere del mondo troppo pericolosamente, e ce lo vengono anche a raccontare.
Rincuorano i principianti, ma solo se ci danno dentro; adorano i più forti, non sono mai invidiosi del talento altrui. Cercano di assorbire il meglio, e non si accontentano mai; fatta una via ne sognano subito un’altra più difficile, si allenano con rabbia e sputano sullo scoramento. Dicono parolacce ma scrivono lettere d’amore, qualche volta prendono a pugni il tavolo dell’imprevedibile ma ne accettano la sfida.
Quando conoscono la donna della loro vita prendono a calci le convinzioni degli amici e mandano a fan-culo la ragione, qualcuno ci lascia le penne e molti poi si pentono; tutti loro hanno però osato, come nel resto delle cose della vita. E quando amano è come in arrampicata vera, lo fanno in libera, e se cadono ricominciano dal basso, ma per farcela.
Hanno pochi amici, ma sono veri, e non c’è bisogno di dirselo; non guardano all’età, perché quel cazzo di orologio è sempre andato per conto suo, basta vedere la gente sfondata che c’è in giro, quella buona, che ha le rughe che si alzano dai piedi e il proprio cadavere a passeggio.
Spompano le nostre opinioni, creano cose troppo difficili, corrono selvaggi…siano maledetti, i cattivi ragazzi

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