Era il 3 Novembre 1995. Secondo giorno di lavoro in Philips.
Impossibile dimenticare, perchè ero su un aereo per l’Olanda, e iniziava un periodo di ben nove mesi all’estero, con frequenti avanti e indietro nei week end. In pratica, mi avevano fregato: avevo iniziato il Lunedì, e alle 11 il Presidente della Philips vision di Monza, tal (grandissimo) Panzeri, mi disse, visto che lei è esperto in digitale, la mando là come esperto di Monza nel progetto tal dei tale.
Primi giorni da incubo: non capivo una mazza, parlavano in inglese velocissimo, e con un sacco di acronimi, ovvero quelle sintesi di due o tre lettere che se sai cosa vogliono dire ok, ma messe lì così, in un discorso, ciao…
Ero l’italiano e, come dire, non è che fossero molto ben disposti verso gli italiani, eh…ero l’unico italiano di un gruppo di progetto che doveva arrivare alla prima videoconferenza domestica del mondo.
Ci misi tre settimane a capire qualcosa, la sera andavo in un ristorante italiano e mangiavo l’impossibile, anche per sfogarmi. Una sera sì e tre no mi veniva da piangere. Davvero, eh. Allora allenavo a calcio a 5, mi mancavano i ragazzi, mi mancava il posto di lavoro che avevo lasciato, etc etc. Ehi, ero un emigrante di lusso, per l’amor di Dio, ma proprio ci stavo male, là.
Sì, ne sapevo di elettronica, sia analogica che digitale, venivo dalla Laben, mica paglia. Un po’ come oggi ne so di arrampicata, alpinismo, costi di chiodatura…
Quindi più o meno alla quarta settimana alzo la mano in una riunione, erano presenti tutti, immaginate l’italiano fino a quel momento zitto che interviene, inglese anche un po’ così, e dice: ho studiato un po’ l’architettura, con una FPGA Altera si possono eliminare dieci componenti almeno e comandare direttamente etc etc…gli dico quanto costa quella FPGA, capo progetto era uno di 2 metri e 110kg, mentre il super boss coordinatore (che il primo giorno mi aveva accolto Italian? Spaghetti, mafia and Berlusconi….giuro…) ascolta, e insomma la finisco così: 3 dollari di risparmio.
Beh, il piano era venderne qualche milione, quindi, come dire…
Ragazzi, parte un casino che non vi dico…una bomba.
Settimane di bombe…il Panzeri che riceve un fax che dice, l’ingegnere italiano non si fa i fatti suoi, Panzeri (miticissimo boss che andava in giro con camicia sbottonata e senza cravatta, uno che sempre e comunque sarà mio idolissimo anche se non lo vedo dal 1999 circa) mi richiama a Monza, mi ascolta, fa partire un altro fax indirizzato molto, molto molto in alto, che dice che per coprire errori di progettazione mi vogliono mettere da parte, mi rimanda in Olanda e mi dice, non aver paura di dire quello che sai, vai tranquillo, Panzeri era uno che aveva l’onestà nelle vene, e le palle grosse come pettorali, dico alla fidanzata (oggi moglie) che me ne sto in Olanda più di due mesi, a questo punto, me ne sto per una certa questione di principio, il tutto durerà nove mesi, io progetterò la FPGA, parte una board che mi faccio da solo, e che FUNZIONA, il risparmio preventivato funziona, io sono solo in un angolo con l’unico oscilloscopio Le Croy ultra moderno che sono andato a farmi prestare ad un altro piano, il piano dei progettisti FPGA della Philips, che mi accolgono, mi prestano ‘sto coso, e mi dicono, vai giù duro, tanto a noi non serve adesso, ne abbiamo un tot, fagliela vedere a quelli lì, non capiscono un cazzo, in pratica c’era un piano di olandesi che mi trattava alla grande e che mi dissero che erano stati non coinvolti nel progetto per far lavorare il piano sotto (oh, mica solo in Italia, eh…), e un piano dove mi detestavano, fra l’altro questi ultimi pensavano che lo facessi per carriera ma a me DELLA CARRIERA NON ME NE FREGAVA PROPRIO NULLA, né allora né adesso, è che gli sprechi non mi piacciono, le persone losche non mi piacciono, i viscidi non mi piacciono, quelli che fregano alla comunità non mi piacciono, i falsi non mi piacciono, e neppure i carrieristi non mi piacciono (PERCHE’ PENSANO SOLO A FAR FUORI GLI ALTRI, NON A FAR BENE LE COSE), e così via. Ok ok, quella era un’azienda privata, ma perchè buttare i soldi nel cesso?
Niente, poi la cosa non si fece. Un casino che non vi dico. Al nono mese, tutto pronto per la produzione, venne fuori che la Homevideo conference Philips costava di più, in architettura, della concorrenza. Sarebbe stata competitiva con la mia FPGA, peraltro, ma la linea di produzione era stata progettata per l’architettura…costosa…ci fu una riunione a 50 persone, progettisti, product manager, boss, presidente di qui e di là, una roba da dieci ore, tensione alla via lattea, e su una diapositiva proiettata anche la mia architettura, il mio inglese un pò migliorato, spiego tutto, ragazzi, UN CASINO CHE NON VI DICO, fra l’altro ero in giacca e cravatta con ascelle pezzatissime.
Conclusione, progetto stoppato, Panzeri mi richiama in Italia, mi fa, bravo, avremmo prodotto una cosa invendibile (era Monza che avrebbe dovuto produrre), poi anni dopo chiuse la fabbrica di Monza, e poi piano piano sparì la Philips consumer, che oggi non c’è più, mi dissero che negli anni ’80, gli anni del post-brevetto CD, c’erano champagne a fiumi e alberghi 5 stelle alle convention, la Philips faceva il bello e il cattivo tempo nell’elettronica e sbaragliava tutti…i migliori centri di ricerca erano Philips, ragazzi, sono usciti dei nobel della fisica dalla Philips, sono usciti brevetti che hanno fatto la STORIA dell’elettronica.
E ora non c’è più nulla.
Storia di sprechi, sprechi, sprechi, che alla fine ammazzano anche un toro. Perchè il toro può avere delle gambe fortissime, ma se diventa obeso cade anche lui.
La morale?
Niente, w i Ragni di Lecco e chi ama portare il mitico maglione rosso. E tutti gli appassionati che ci seguono e capiscono la nostra filosofia, la nostra visione, e la nostra storia. Purtroppo, come avete capito tutti al 99%, certa gente te la ritrovi in tutti i settori…poi, quando diventa evidente (numeri son numeri, eh…) che hanno sbagliato tutto, mica chiedono scusa…anzi, non stanno neppure zitti e non spariscono!!
Un casino che non vi dico….
Luglio 8, 2015 | 0 commenti