Fabio Palma

Infinite jest

UBIK, P. Dick

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Era la seconda opera che leggevo, di questo autore, e mi piace chiamarla opera, e non, più riduttivamente, libro. Non molte settimane fa ho speso delle ore interessanti in Cronache del dopobomba, alle prese con uno stile e una trama elementari ma con una caratterizzazione di personaggi indimenticabili. In Ubik, i personaggi sono invece secondari, come se Dick avesse altro a cui pensare. E che altro, aggiungo…anzitutto, la scrittura, dopo una partenza molle, diventa progressivamente potente ed epica, sfociando nel lirismo nelle pagine finali, in cui davvero sono rimasto sorpreso da certe raffinatezze e da un linguaggio colto senza essere prolisso. E la trama, poi…beh, fosse per la trama, sia chiaro che questo è un romanzo da cinque stelle senza discussioni, e penso che Dick ne sia rimasto egli stesso così folgorato da sottovalutare, appunto, l’importanza dei personaggi stessi, che sono semplici comparse o poco più, annientate da un dipanarsi sempre più intrecciato e nodoso. Se mi perdonate un esempio alpinistico, è come quando si scioglie una matassa di corda senza fare troppo attenzione, convinti che tanto, poi, la corda verrà da sè. E ci si ritrova, invece, con nodi e grovigli assurdi, che ti inseguono e ti arrestano. Ubik è così, un clamoroso penetrare nello strato sotto-cosciente dell’individuo, dove la volontà del non morire e gridare altissima la propria esistenza è continuamente presa a pugni da una realtà in mano ad altri. Non bastano talenti, non bastano scoperte scientifiche; ironia della sorte, paradosso straordinario, soltanto un bieco prodotto da farmacia-supermercato può salvarti o giù di lì, ma come tutto ciò che è pubblicità il prodotto è nello stesso tempo ovunque e irraggiungibile. Falso. Dei sentimenti umani il più massacrato è l’amore, il più ridondante è la paura di perdere la propria identità, mentre la consapevolezza viene calpestata fin dalle prime pagine e gli esseri umani la cercano invano per tutta la vita. Qualche capitolo in più, introspettivo, dedicato a Chip, Conley, e così via, e sarebbe stato un capolavoro assoluto. Così, penso sia comunque un grandissimo libro di un vero genio

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