Sprovveduti in world tour.
E quindi poco dopo i Tepuy e 26 ore con un eremita e una notte di strizza a Caracas dove capimmo tutti molto bene cosa significasse okkio alla pelle quando vai in giro, capitammo a Los Roques, allora sabbia e niente luce. Però ci arrivammo con aereino di contrabbando, niente check-in o cose del genere, poi capirete perchè preciso. Scotch da pacchi ai finestrini rotti (giuro), e breve scambio vocale fra pilota losco e Pitax ( voi lasciare giù uno zaino-perchè Desculpe-perchè se no non ce la facciamo-e desculpe tu come sai che senza uno zaino ce la facciamo e con lo zaino ci schiantiamo, hai la bilancia negli occhi? – io pilota tu turista tu fidare – ma vivi di turisti così? – quello ride molto e dice – ma no io avanti e indietro con Colombia giro largo e arrotondo – ah capito), arrivo a Los Roques su pista di sabbia con due dico due aereini capovolti a lato della pista uno da mezz’ora. Va beh, ora è diverso, mi sa. Comunque dopo un giorno ci rompiamo e becco un pescatore, senti ci porti da qualche parte in mezzo all’oceano, non c’è qualcosa di selvaggio? Quello annuisce entusiasta e ci carica la mattina all’alba. Un’ora e mezzo, siamo in costume, io Pitax Grego e due ragazze romane, Pitax ha anche maglietta bianca, noi no, duri e puri, non cominciate a pensare male perchè vedrete che non è proprio il caso. Arriviamo in questo atollo o come diavolo si chiama. nome che dice il pescatore, Caja de Muerte, non lo dimenticherò mai. Essere striscia di sabbia di cento metri, altezza 30 cm sul livello del mare, larghezza max 5 metri. Un ellisse molto molto stretto. Sbarchiamo pronti ad orbitare, attenzione ragionate un pò, cosa vi portereste su tale perla bianca? Pitax dice, Desculpe, nos otros potemos nadar o pescados comir with nos otros making gnam gnam? – Pescatore ride tantissimo e dice, no nadar, gnam gnam. Ah ok. Sono le 10.00 a.m. Avete riflettuto bene o non ve ne frega nulla? manca qualcosa? Io ci misi tipo 3 minuti, troppi, Pescatore ormai a cento metri puntino nell’oceano.
Grego, l’acqua? Azz…Grego l’avevi tu, e adesso che c…. beviamo per cinque ore? Già, cinque. Comunque il posto è stra-bello e facciamo avanti e indietro un pò di volte. Troviamo a cinque metri dalla riva (…e come la devo chiamare, anche se tutto è largo cinque metri??) conchiglione di 25 cm di larghezza. Tutto molto romantico, però anche le due ragazze romane pragmaticamente a mezzogiorno esclamano, fa un caldo che se more, o qualcosa del genere. In effetti…io e Pitax siamo ingegneri ma secondo me neppure quello dell’isola misteriosa ( grande Verne) avrebbe tirato fuori qualcosa da una conchiglia e cinque costumi, e pure Robinson Crusoè avrebbe avuto il bel daffare ad arrivare al capitolo II del romanzo, comunque sono le 13.00 quando Pitax, che è di Udine, rosso di capelli, alto 195cm e bianchissimo di pelle, dice, Fabio, e mentre con con voce flebile dalla sete gli dico, che c’è?, quello mi crolla giù diritto come un palo abbattuto. Svenuto.
Ahia…le due ragazze sono un pò sull’isterico, ma pure io e Grego non è che siamo proprio quiet, eh…anche allora avevo un buon autocontrollo, come quando poi ho aperto le vie, quindi ci ragiono su. E ragionando le cose mi peggiorano, perchè i più attenti fra voi lettori saranno già sicuramente arrivati alle seguenti deduzioni 1) allora mica c’erano i telefonini etc etc 2) chi cacchio ti ha assicurato che il pescatore ritorna e soprattutto quando? 3) quand’è l’ultima volta che hai visto un documentario sulle maree? 4) che probabilità hai di trasportare ‘sto pezzo d’uomo di 90 kg a quell’isoletta laggù senza essere gnam gnammati, che poi che fai là che non ci sono alberi, lo sdrai sotto arbusti di 50 cm e gli fai bere clorofilla? Con il conchiglione facciamo un pò di croce rossa, nel senso che per due ore gli versiamo acqua di mare in testa, so mica se facesse bene, eh…fra l’altro sono le 16.00 e in generale pure noi abbiamo svarioni vari, ah niente cibo, ma con 35 gradi all’ombra minimo ( ombra? sorry, dichiarazione idiota) e il pescatore sarebbe dovuto tornare alle 14.00 che fai ti porti il pranzo al sacco? I più attenti ricorderanno che siamo arrivati lì con aereo di contrabbando, niente registrazioni, insomma non troveranno i corpi e con la conchiglia non posso neppure scrivere sulla sabbia mamma e papà vi ho sempre voluto bene. Sono le 18.00 quando compare puntino all’orizzonte di grande oceano, diventa barca alle 18.15, Pitax mormora, lo uccidiamo solo quando abbiamo attraccato a Los Roques, eh? beve lui praticamente tutti e due i litri che Grego aveva lasciato in barca, quindi non abbiamo energie neppure per farlo fuori anzi gli diciamo bello bello lui fa – magnana altro giro? Vabbè la risposta non ve la dico.
Buongiorno, eh. Nella foto Pitax un’oretta prima di cadere, maglietta bianca a turbante, poi gli facevamo ombra con i nostri corpi e quella maglietta, io sono all’estremità dell’isola. tutto davvero stra-bello, eh?
SPROVVEDUTI IN WORLD TOUR
Febbraio 6, 2015 | 0 commenti