Fabio Palma

Infinite jest

SPORT e VITA

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Ho avuto finora 4 Campioni Italiani, due nel calcio a 5 e due nell’arrampicata giovanile.
Uno dei due del calcio a 5 era un gran talento, pur non essendo il più grande talento che avessi: ce n’era uno che, parole di tecnici da prima squadra di serie a a 11, era il miglior 1973 italiano. Fu tagliato dal Como a 16 anni, quando era stato incluso in prima squadra, per via del fisico gracile. Tornato da militare, a quasi 19, era totalmente cambiato, si era alzato un sacco e fisicamente era diventato una bestia. Ma invece di tornare dai suoi ex tecnici e farsi valere, si diede al calcio a 5, fra l’altro senza mai allenarsi convenientemente e deliziando solo fino alla serie B. Lo aspettai per anni, confidando in autoriflessioni che mai avvennero. Ha capito tutto dopo i 35 anni, quando era un ex da un bel pò. Un altro che allenai era nelle giovanili del Milan, fu allontanato a 17 anni per motivi disciplinari. Una sua riserva vinse due campionati con Capello…mentre il secondo che divenne Campione Italiano con la rappresentativa lombarda U23 allenato da me, Andrea Pavesi, era il meno tecnico di tutti, e per questo era stato tagliato dal grande calcio nel Monza. Lui, grande Pazo, era l’unico veramente professionale e motivato fra tutti quelli scapestrati che allenavo, per me si sarebbe legato come zanna bianca ad una slitta trainandola sulla sabbia per km.
Ero uno scarsissimo allenatore di calcio a 5, semplicemente i ragazzi stavano bene con me. Ma non sapevo prendere le giuste decisioni al volo nelle partite che contavano, e la conclusione fu una sconfitta per 5-3 da 3-0, quando non feci i cambi che servivano. Mi accorgevo sempre in ritardo…anche Sacchi era così, ma lui aveva quello vicino che consigliava.
Dopo quella sconfitta si avvicinò un dirigente di Bergamo per offrirmi la serie B, con stipendio e quant’altro. Erano molti km di macchina, tante ore da professionista, e stavo per capire che l’arrampicata mi piaceva davvero, un energumeno buono come il pane di nome Marco Vago mi aveva costretto nel settembre precedente, 20gg prima che nascesse Yuri, a salire un 6c, cosa che mi riuscì con enorme stupore in tre tentativi e tanto sangue alla pelle. Era a Pian Schiavaneis con due che mi parevano extraterrestri, sentivo che li chiamavano Serghei e Piri. 5 anni dopo quel settembre Piri, Marchino un altro che non ricordo mi proposero ai Ragni, nel frattempo ero arrivato all’8a, avevo parlato con Manolo, Edlinger, Glowacz, Huber e Berhault, rotto uno scafoide con un volo insensato in montagna, e sopravvissuto a delle cose che a pensarci Madonna Santa…
Trovo ancora su internet: “Il Blu Red Bellusco, trascinato dalla sestina di Marchese e dalla tripletta di Damiani rifila 17 segnature alla Rondinella, salutando e dando l’addio al mister Fabio Palma e a parecchi componenti della rosa”
Se avessi cambiato il mio miglior difensore, che era stanchissimo, sul 3-0, avremmo vinto quella partita, il bellusco sarebbe salito in B, non avrei avuto problemi di logistica, avrei puntato alla serie A con tre innesti, mi sarei fatto affiancare da uno che capiva, avevo già fatto il nome di Giovanni Lastoria, non sarei mai entrato nei Ragni, non avrei mai aperto le vie, etc etc.
Non avrei mai allenato questa atleta in foto.
Grazie destino.
Nell’arrampicata ho avuto Samuele Bonfanti Campione italiano, U14, e nel 2019 la Bea. Ma adesso ne ho almeno 6 come quel Pazo…una è la Vale, l’altro giorno era morta alla fine dell’allenamento e la sento che dice ad un altro, “ma uè, l’anno scorso, quella volta che mi ha fatto allenare dalle 14 alle 19.30, e alle 19 mi ha mandato a fare l’HIIT, alla fine ero sdraiata sul materasso con la testa giù, ero morta…mi fa, come va? E come vuoi che vada, volevo dirgli…”
Raccontava la cosa ridendo, io ero lì a fianco a sentire.
Sono decenni che sento menate negative sui giovani, menate su “ai miei tempi”, e menate sull’esperienza. 
Al Liceo un Prof mi disse, Fabio devi maturare, e risposi con la mia Top all time answer: 
“Meglio acerbo che maturo, Prof, perchè da maturo a marcio è un attimo.” 
Rise il Prof e la classe, la nostra classe era speciale, tutti i prof di allora lo dicevano. Cuore metallaro, trasandati ed esplosivi, molto bambinoni e casinisti, ma davvero speciali nel cuore e nel cervello. 
Crazy Train, di Ozzy Osbourne, allora la sentivamo solo noi, è diventata Mainstream MOLTO tempo dopo, in Italia. La si sente pure nelle pubblicità, oggi.
La morale è che la ragazza della foto, ieri medaglia di bronzo ai Campionati Europei giovanili di Speed, dopo giorni che non stava bene e dopo che Martedi non arrivava in cima 4 volte su 8 per il fiato corto e la spossatezza, è più professionale di tutti gli adulti che frequento. Più di quelli che guadagnano un sacco, per dire, e lei non ha uno straccio di sponsor ( e li dovrebbe avere, tanti, per i sacrifici che fa e per i costi che sostiene anche solo ad andare in giro).
Questa ragazza è una Campionessa e allenarla è un onore e un dono. Io so cose che lei non sa e per questo si fida di me ma lei ha qualcosa che io ho avuto qualche volta mentre aprivo le vie ma solo a sprazzi, magari 20 volte in un anno. 
Lei tutti i giorni.
E oggi poteva arrivare decima che comunque sarebbe stata grande visto qualche giorno difficile. 
C’è’ stato il rimbalzo che le avevo promesso (incrociando le dita), c’è stato un riscaldamento pregara (PAT) scritto da me e Yuri al volo e mandatole via what up, della serie, accendiamo il fisico e vediamo se brucia bene o diventa cenere, ma più di tutto c’è stata lei.
Che in semifinale ha sbagliato un piede mentre era in testa, proprio come ai quarti di finale ai mondiali, e con la stessa avversaria, seconda alla fine ai mondiali e ieri vincente. E’ sempre stata in testa, la mia Bea, perchè così le ho insegnato con mille parole e con tanti video e estratti da libri: di stare sempre in testa. 
E non è una cosa che posso dirlo a tutte o a tutti, perchè stare in testa è uno stress senza senso, sportivamente parlando. 
Non c’è paragone con la scuola e con il lavoro, proprio no. 
Se corri in testa, se ti trovi in testa, nello sport, significa che stai lavorando duramente tutto l’anno, praticamente ogni giorno, quasi sempre da solo o da sola, con tante pressioni, e pochi che ti comprendono. E, aggiungo, ignobilmente gratis o spendendo soldi.
“Io imparo molto dal Ninho che ero quando avevo 14 o 17 anni”, Ricky Rubio
Grazie #beatricecolli di farci sognare

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