Fabio Palma

Infinite jest

Parasites

| 0 commenti

E finalmente l’ho visto, in silenzio, Parasite.
“Questa società genera sistematicamente uno scarto, un intollerabile scarto di umanità”
Papa Francesco


Incuriosito da un inizio lento e grottesco, esteticamente ineccepibile ma complessivamente dimenticabile, un bel prodotto insomma, cone quei regali che ti arrivano e dici, bello, e dopo due anni non ti ricordi più dove lo hai riposto, sono stato letteralmente folgorato dalla metà circa in poi, quando la natura ( fino a quel momento staticamente presente con una pietra monolite che a me ha tanto ricordato quello di 2001 Odissea nello Spazio…), è “per caso” passata di là, in Corea appunto, quella Corea del sud che conoscevamo soltanto per le notizie su Samsung e conpagnia, destabilizzando quella tranquilla e gigantesca differenza di classe che pensavamo fosse tutta Yankees, sudamericana e di qualche nostra periferia.
Da quel momento, la sceneggiatura è diventata portentosa, la fotografia degna dei momenti migliori di 1917, l’accusa a tutto il nostro sistema impietosa. Siamo una società in totale rovina, uomini e donne che fuggono verso il basso come scarafaggi inseguiti dall’acqua (almeno 5 minuti fra i migliori della mia personalissima storia del cinema), le fogne che risucchiano la stragrande maggioranza di quella gente che ha perso il lavoro magari anche da benestante e borghese, che non l’ha mai avuto, che mai l’avrà dignitoso a meno di sotterfugi o inganni, che nel mondo ci rimane solo perché attaccati ad una wifi rubata (è la primitiva e ignorante accusa dei sovranisti razzisti, vedi, hanno il telefonino, altro che star male. Non guardano ai 28.000 morti in 16 anni, alle mamme che affogano con i neonati, ma ai pochi che hanno un telefonino. Non ragionando, perché il razzismo di pelle e di classe acceca la ragione, sul fatto che lo smart phone è l’ultimo cordone ombelicale 2K verso il mondo umano, perso quello rimane solo la merda e l’oblio).
Bong, vero Genio, non lascia spazio a congetture positive, il fossato esistente fra una villa perfetta e senza un inciampo visivo, con gli spazi cosi ampi da generare camere e fughe impensabili, e il sottosuolo dove la piscia povera cala dall’alto sulle speranze povere, é incolmabile, perfino dal sangue di una rivolta (che oggi si soffoca nel sangue da sé, non c’è neppure bisogno che arrivi la legge, che infatti non c’è mai, tanto rifiuto umano ammazza rifiuto umano).
Certo, un ricco che sente la puzza muore, ma é un incidente di percorso, tutto è ormai inevitabilmente segnato.
Splendida la punteggiatura musicale, un pianoforte che arriva alla fine come ineluttabile, freddo, a dirci, così è. Infinite le citazioni cinematografiche e letterarie (ovvio, Tarantino dove fa capolino la violenza, ma che dire del rifugio nascosto, dove è fantascienza pura diventata realtà, e uomo padre o marito comunica con il resto del mondo NON con un telefonino, anche se prende (ma sarebbe intercettabile…memorabile e acutissimo risvolto), ma con addirittura l’alfabeto Morse, che solo gli scout (simbolo dell’innocenza dimenticata, chi cazzo conosce gli scout e cosa sanno??) sanno interpretare.
È stato un grande anno cinematografico, la meraviglia di Joker, il fango di 1917 con le sue sequenze eterne, e questo pugno nello stomaco che ci ha reso ancora più veritiera la frase di Papa Francesco (non a caso inviso a ricchi, sovranisti, colossi economici ed establishment clericale).
Bong è stato geniale perché la storia di Parasites non si sviluppa tutta all’interno di uno strato sociale poverissimo, che vedi ma sotto sotto ti dici, non sara’ poi così, ma esattamente dove vorremmo stare tutti noi, in un soggiorno con vista Paradisiaca, lindo e ovattato.
Ah già…c’è pure il tocco magico dell’unico personaggio ricco che si accorge che qualcosa non va. Il bambino anomalo che tutti coccolano perché ha problemi mentali e che invece, semplicemente, si è accorto che c’è qualcosa che non va.
Parasites è un film comunista come Joker, perché Marx aveva previsto esattamente tutto ciò. Il problema è che il comunismo è stato un fallimento totale, l’intolleranza sta salendo ovunque, la forbice sociale è ogni lustro più larga e “io non mi sento tanto bene”.

Lascia un commento