Considerazioni sull’arrampicata e l’Olimpiade
Prima considerazione, sulla 4 giorni di qualifica olimpica appena avvenuta a Shanghai.
La Speed femminile vede vincere una cinese che si migliora in un mese di 6 decimi. Tre settimane fa si è scoperto qualcosa del nuoto cinese pre-Tokyo che manco Aldo Giovanni e Giacomo avrebbero divertito di più. E poi, “loro non credono alle coincidenze, ne hanno sentito parlare, ma non ne hanno mai visto una”
Ma andiamo avanti. (anche se è dura)
Fare dalla poltrona il Guru è tipico di chi non osa fare le scommesse sapendo che andrebbe sul lastrico perché lo sport è quanto di più lontano dal pronosticabile esista. Sono oramai un ex ingegnere, cervello imbolsito e asfittico, ricordo però che davanti a un problema di ogni tipologia possedevo un tempo un’arma micidiale, la matematica, supportata da quella meraviglia di scienza che è la statistica e affiancata da quella che “o ce hai o ne hai bisogno”, ovvero la Logica, e niente poteva fermarmi nel risolvere qualcosa di diciamo normale.
E invece nello sport fisiologia e insondabili meccanismi mentali rendono tutto assolutamente impronosticabile, é così per le squadre figuriamoci per gli sport individuali.
Quindi niente “io l’avevo detto* dopo Shanghai perché nessuno avrebbe scommesso 100 euro su niente. Solo un fatto è certo e inoppugnabile. L’Olimpiade ha reso l’arrampicata uno sport serio e maledettamente difficile, le coppe del mondo a confronto sono tornei estivi da vacanzeros milanesi e romani, i 9b/c di Flatanger e Ceuse passatempi per ottimi atleti, Burden of dreams e gli 8c/9a di blocco ottime occasioni di dibattiti social, della serie, é partito seduto o mezzo in piedi. Chiacchiere. Giuste anche. Ma dal 2021 in poi tutto é niente, conta solo L’Olimpiade. E i climbers non ci erano abituati, perfino i Campionati del Mondo erano garette rispetto a qualunque gara che ha i 5 cerchi in gioco
Esagero?
Leggete il post di Ondra, che travolto dalla tensione ha scalato in Lead lento, contratto, titubante, impaurito.
Ondra, mica un dopolavorista. E si mettano l’animo in pace arrivisti social che spalleggiati da sponsor furbi o pseudo riviste mandano proposte di serate e articoli con didascalie tipo, il miglior arrampicatore del mondo. Sono solo canzonette.
Dunque qualifiche devastanti ma con una Camilla Moroni strabiliante, allenata dal miglior allenatore italiano, il padre. Camilla poi non c’entra la finale a 8, ma è grandemente in ballo. Ho visto in semifinale molto, molto stanchi Filip, Stefano e Laura. Devastati. Così come è chiaro che sia Giorgio che Marcello non fossero al 100%, causa probabilmente la tensione per Giorgio, certamente per l’infortunio alla spalla Marcello.
Come tantissimi altri. Più la tensione o la formula lo ha stancati oltre misura? Chi lo sa. Solo i loro allenatori hanno i dati.
Nella Speed la tensione è ancora superiore, come in ogni sprint, come nei cento metri e nei 50 stile libero. Ma la Speed è ancora peggio. Bastarda come i tuffi, dico io, o la ginnastica artistica. One shot.
Siamo in ballo, con Bea, eccome, ma si decide tutto a Budapest, nella seconda prova. Mentre Aleksandra Kalucka fa il post dell’anno scrivendo che tutti e tutte hanno pianto prima delle gare, che a lei chiedevano come vanno i tempi, che nessuno le ha chiesto come sta, e che tutti stanno fieramente combattendo per un ticket olimpico.