Non conoscete i nomi? non è fondamentale per quello che voglio dire
Juri ha smesso nel maggio 2022, Samu a gennaio 2023, Giulia Passini nella Primavera 2022, Vera inizio 2024 ma praticamente luglio 2023, Giulia Rosa da luglio 2023 si allena da sola (ma non seguiva molto…), Simone, Cisky, Chino (cervellone), Tommaso M, Serena, assorbiti da università o vita in certi casi molto serenamente, Alessia sempre serena e molto libera, Iris diventata fuoriclasse sulla roccia, Framauri non so bene, Fraloca molto sul boulder outdoor,…
Della mia “generazione di fenomeni”, e chiunque non sappia cosa voglia dire questo termine deve andare obbligatoriamente a cercarselo, sono quindi al momento rimaste Bea e Vale.
Era scritto?
A vedere il corto Dream Mirrors parrebbe proprio di no, però i fenomeni Exit o Burn out sono noti e studiati e assodati, soprattutto in Italia dove famiglie istituzioni, scuole, amici e amiche, considerano lo sport dietro tutta una serie di obiettivi che in realtà sono veramente insignificanti rispetto a quelli sportivi. Una maturità scientifica con qualunque voto vale nulla rispetto ad una maglia della nazionale, una laurea triennale é assolutamente compatibile con una carriera sportiva fino a una finale italiana sportiva, una laurea magistrale in Italia invece molto meno ma è anche vero che per qualcuno che abbandona lo sport è tutto da verificare quale sarebbe la scelta di vita migliore. Penso a Juri, certo, che aveva molte chances di vivere di sport, come agonista, ma anche Giulia Passini poteva farcela, mentre tanti altri e altre avrebbero potuto continuare arrivando in finali italiane.
Guadagnandoci qualcosa?
Non faccio il Guru e non rispondo di sì.
Dipende.
Da che altro fai nella vita negli anni migliori, dai 18 ai 35. Perché dopo ne conosco ben pochi che hanno avuto la forza di seguire quello che amavano fare in libertà (uno devo dire solo io).
Abbiamo vinto così tanto che nessuna squadra lombarda vincerà mai tanto come noi, a livello lombardo. É sicuro. A livello invece nazionale potevamo fare di più, più podi e titoli nazionali. Ma alzando le asticelle tecniche e mentali é necessario avviare un processo di crescita che separa i forti e anche molto forti dai fortissimi. Processo che poi per qualcuno si ferma lì (come nel caso di Juri) e per altri continua per diventare Campioni. E poi qualcuno si ferma lì e pochissimi altri diventano Campionissimi. E poi naturalmente meno di 10 a sport per ventennio diventano leggende…
Che la cultura non solo italica dello sport sia infima lo si deduce da migliaia di commenti su Jacobs, Pellegrini nel passato, etc etc. Si leggono cose tipo “é bollito”, “é stata una meteora” relative a Jacobs, che per coerenza chiunque le scriva dovrebbe minimo, guardando alla propria vita, buttarsi da un ponte. Un oro olimpico nei cento metri più uno nella staffetta valgono non meno di un nobel della fisica o letteratura. Anzi di più perché i Nobel sono ahimè soggetti anche a politiche e quindi non sempre veritieri (Mc Carthy, Borges, Wallace senza nobel…), nello sport un oro olimpico é semplicemente da numero 1 al mondo e per sempre, e anche solo andare all’Olimpiade equivale a essere fra i migliori 20 o massimo 50 al mondo, che alzi la mano chi può dire ciò della propria professione o vita.
Un grandissimo allenatore mi ha detto, se hanno smesso con te, non c’era proprio niente da fare.
In realtà io avevo anche fallito con due fuoriclasse del calcio a 5, Giovanni Pietricola e Enrico Roma, e anche con loro, sicuri da campionato del mondo e gran stipendio, diedi veramente tutto il mio tempo.
La mia migliore qualità è quella di pavimentare bene le strade verso l’eccellenza di sé; riconoscere un talento, affiancarlo… chi ne ha approfittato é stato Yuri, che pure le sue scelte di vita andavano contro quello che avevo immaginato per lui da piccolo, Matteo (Della Bordella), Bea e Valentina. Vero, Vale ancora non ha raggiunto l’eccellenza, ma la nazionale senior si, ed era partita dalle retrovie regionali.
Esiste una ricetta per raggiungere l’eccellenza di sé?
Si.
Sono presuntuoso: si, e io lo so.
Una ricetta molto, molto complessa, con dettagli che toccano fisico tecnica mente socialità.
Io quella ricetta l’ho completata, su di me, nel 2005. Dal 2005 al 2011 sono arrivato al Top mondiale in quello che facevo, scoprendo e valorizzando anche Matteo. Ho applicato la stessa ricetta a Bea, Vale, Juri, Samu, le due Giulie,… Con Pietricola e Roma era già stata abbozzata bene ma non del tutto.
Solo che la ricetta deve anche essere sposata da altri e per più anni. Mia moglie sposò la mia, per dire.
Qualcuno sarebbe curioso degli ingredienti di tale ricetta, e in realtà sono i seguenti, ma non bastano gli ingredienti, vi avverto.
Basta che il forno sia a temperatura sbagliata per dieci secondi e la preparazione di decine di ore va a ramengo. Per uno sportivo, basta un giorno di sgarro per fregare anni di preparazione. Nel lavoro é molto molto difficilmente così. In due giorni senza dormire al Cern nel ’91 assaggiai questa cosa, ma non la sedimentai. Per questo poi ho perso tempo dal ’92 al ’99.
1) l’eccellenza prevede severissime autodiagnosi.
2) il tuo partner di vita (famiglia o fidanzato) deve essere totalmente dedicato a te. Ogni loro intralcio è gigantesco viatico al fallimento. Anche un solo genitore in famiglia che consideri uguale ad altri un Under 16 nazionale, e non invece qualcosa di unico, ecco, molto probabilmente sarà un grosso problema
3) il tuo allenatore deve essere dedicato a te completamente, indipendentemente da quanto lo paghi. Non deve dormire, per te. Deve sacrificarsi, per te.
4) devi immediatamente consapevolizzare che 100/100 nella maturità non sono nulla per la vita. Non hanno nulla a che fare con cultura maturità crescita intelligenza. Anzi… quindi una quarta e quinta liceo non devono prevaricare passioni artistiche e sportive baciate dal talento.
5) gradualità. Accettazione della sconfitta. Non esiste fallimento se fai tutto quello che devi fare secondo l’allenatore. Le sconfittoe però ci sono e sono tante
6) flessibilità.
7) mai fidarsi di sensazioni e convinzioni. Sbagliano così spesso rispetto ai dati matematici e statistici che parlerei di veri e propri inganni
8) Consistenza. Giorno dopo giorno. Per mesi e anni. L’atleta é persino più obbligato a essere coerente e consistente di un grandissimo ricercatore. Lo paragono all’astronauta. Durante una missione anche di mesi non puoi sgarrare un’ora. L’atleta di uno sport serio… Per anni…
9) cultura. L’atleta deve leggere libri anche di grande livello e ascoltare, imparare ad ascoltare, musica di livello. La musica elettronica, il rap, il pop, il metal dozzinale, il rock dozzinale, non accompagnano: inibiscono. Di ogni genere c’è della specialità. Quella bisogna ascoltare. Perchè dietro un grande pezzo musicale c’è un impegno enorme, sulla singola nota cantata o suonata, dietro al dozzinale non c’è niente. Capire la voce di Cornell o Tate o l’assolo di van Halen o il testo di Nobody Home o perchè Fronte dal palco è stato come Made in Japan un live da oro olimpico. Capire il meglio di oggi, e ce n’è parecchio.
10) fortuna. Con due volti diversi. Riconoscere di avere una grande fortuna nell’avere talento e poterlo usare, ma nello stesso tempo avere e meritarsi fortuna. E compiere scelte che non siano mai irreversibili perché certamente in tal caso la fortuna ti abbandonerà