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Lo sport é fisicamente usurante e quando vediamo dei fenomeni giovanissimi la vera domanda da porsi è, quanti invece sono malridotti prima ancora che sconfitti? Perché la sconfitta è il pane mensile dell’atleta, sottoposto a tensioni e pressioni superiori a quelle di qualunque ambiente di lavoro, mentre il soffrire problemi fisici di logorio in giovane età è un viatico a dolori infernali dai 30 in poi.
Spalle per pallavolisti e nuotatori, caviglie e ginocchia per corridori, etc etc.
I giovanissimi scalatori hanno le articolazioni delle dita a super rischio, come testimoniato da un terrificante studio scientifico del medico della nazionale giovanile tedesca, conclusosi prima del 2013 e durato anni. Venne fuori che praticamente tutti gli Under 18 agonisti tedeschi avevano un’artrosi alle dita da anziano.
Grazie al cielo sono arrivati i volumi e con essi le tracciature moderne, più tecniche, dinamiche e coordinative. Allenare duramente le dita prima dei 17 anni è da criminale, la tracciatura moderna ha involontariamente aiutato.
In compenso spalle e polsi sono più a rischio; nel riscaldamento e nel potenziamento, corpo libero o meglio pesi, bisogna lavorare per prevenire.
Nell video #giuliapassini, nei mesi scorsi campionessa regionale Boulder e Lead, poi vicecampionessa italiana under 14 di Boulder e quarta nella lead sempre ai campionati italiani. Non ha mai toccato trave e pan gullich e ha appena raggiunto l’8a, come tanti della mia squadra in falesia. Ha deltoidi già importanti, così come tutti i muscoli principali che intervengono in PUSH o PULL. E niente assurdi circuiti di pannello con discese a lavoro eccentrico su piccole tacche, che peraltro dovrebbero essere bannati dalle palestre in quanto le infiammazioni e tendiniti risultanti sono a migliaia (temo che la distinzione fra lavoro eccentrico e concentrico sia ignota al 99% dei tracciatori di circuiti di pannello…)
L’arrampicata fino a pochissimo tempo fa era essenzialmente PULL, ora è anche molto PUSH ( i podi dei mondiali giovanili di boulder sono stati spesso decisi dal push), il fisico, anche esteticamente, ringrazia.
Quando una famiglia ti consegna un bambino, dopo dieci anni una società lo dovrebbe restituire allegro, bello, fisicamente forte e resistente, in altre parole migliore.
Può capitare che sia anche vincente, ma sappiamo che sul podio ci vanno in tre.
E voglio anche dirla tutta, anzi la diciamo in due, io e il mio consulente privato: un talento che si alleni bene NON è battibile da anche un ottimo atleta che si alleni benissimo. Tranne in pochissime discipline sportive molto aleatorie.
Ai mondiali giovanili 5/6 dei favoriti per la medaglia d’oro speed, la disciplina più carogna del pianeta, non sono andati sul podio, tra cui un junior indonesiano che nelle qualifiche aveva sfiorato il record del mondo!! Ma anche nelle altre due specialità, meno soggette a sorprese, favoritissimi hanno steccato pur essendo in forma e dominanti nelle qualifiche.
Quindi un allenatore e una società non possono promettere medaglie e carriera neppure a super talenti…da qualche parte del mondo, esempio anche dalla thailandia, può arrivare un fenomeno…
Però allenatori e società non devono rovinare fisici in crescita e per giunta magnifici. Insomma, dovrebbero agire come scuole e professori intelligenti, non rovinare cervelli in crescita con compiti inutili e vessazioni inqualificabili. Bisogna migliorare ed educare e formare. non storpiare.
Compito che costringe a lavorare duro e ad avere mille dubbi. Per questo torno a scrivere i programmi delle prime settimane della nuova stagione cercando di non fare stronzate.
Io sono INVASO dai dubbi, quando pianifico anche solo una seduta