Si chiama imbarazzo e direi che è superiore al disagio, il disagio ce lo puoi avere anche dieci volte al giorno, l’imbarazzo è più raro e comunque, almeno per me, è quello stato in cui vorresti nasconderti sotto la sabbia e sperare che asfaltino sopra e morta lì.
Due sono le volte in cui avrei chiesto di cancellarmi per un paio d’ore dalla faccia della terra, e la prima risale a quando avevo 21 anni, e stavo insegnando al liceo da cui ero uscito, matematica e fisica, a 4 classi. Una di queste era particolarmente sveglia, e in gamba. Di quelle che ci stai bene insieme, e ti diverti anche con la matematica. Come fai a dire che una classe, ovvero un gruppo di persone, è in gamba? Secondo me non per il silenzio che mantiene durante una lezione, e tantomeno per quanto ti segue col programma. Siamo tutti diversi, logico che a età diverse si vada diversamente bene, e così via. No, secondo me, una gran classe, o un gran gruppo, si vede da quanto riesca a coagularsi intorno ad un obiettivo. Porca miseria, quella classe, era una seconda liceo, era proprio capace di costruirsi un obiettivo. Che quel giorno ero io medesimo.
E insomma parto con l’ora e si alza una ragazza, seconda fila, non ricordo i nomi ma le posizioni molto, molto bene. Si alza e fa, professore, devo dirle una cosa, dimmi vattelapesca, mentre la classe è in silenzio (totale, e col senno di poi avrei dovuto sospettare qualcosa, ma oh, insegnavo matematica, mica criminologia), le devo dire che le cose che ha sentito in giro non sono la verità, quali cose dico, sereno, però non capisco molto, mi fa, io non sono andata in giro a dire niente, sono altri che raccontano le cose, per me è una cosa seria, ne capisco sempre meno e cerco di intuire quale cacchio di disequazione ci sia dietro a questi minuti, mi ero prefissato di inventarmi gli esercizi, e anche i compiti in classe, non prendevo esercizi fatti insomma, e una volta avevo toppato, si finiva nel nulla, quindi mi preparo a trovare una scusa quando mi fa, io sono veramente innamorata di lei professore e non vado a dire in giro storie false come fanno loro, o Madonna santa santissima mi dico senza dirmelo e partono cortocircuiti totali mentre la ragazza, peraltro sul timido e con voce strozzata, confessa amore vero, paturnie varie, etc etc, a quel punto io, involontariamente, parto con una filippica ovviamente improvvisata con confusissimi riferimenti filosofici che spaziano da Hegel a Platone sulle propaggini dell’amore fra le varie età, la normale venerazione che si instaura fra un’età minore e un’età superiore, e via così con insulsaggini degne della De Filippi e compagnia, mancavano soltanto le lacrime più false della storia umana, quelle della D’Urso, ed eravamo a posto, beh, vado avanti così per quasi dieci minuti, cervello in pappa totale, quando l’intera classe si alza e scoppia un fragoroso applauso, e dall’ultimo banco un carognissimo tira fuori un registratore a cassette, sfila la cassetta e fa, complimenti professore, gran discorso, ai tempi non c’erano social e telefonini etc etc ma vi dico che si era alla prima ora e all’intervallo, fine della terza ora, vado in aula professori e subito una prof mi fa, e bravo Palma che sfonda i cuori delle ragazzine, io avevo deciso di non sequestrare la cassetta e questo, devo dire, alla fine mi pose su un piedistallo, nel senso che il giorno dopo tutto il liceo, ma proprio tutto, mi salutava con:grande Prof, insomma la mia decisione post-sprofondamento e imbarazzo da stratosfera mi aveva erto a simbolo positivo. All’intervallo in quella classe c’era una folla a sentire la cassetta che manco i Pearl jam unplugged MTV. Da allora ho sempre pensato che accettare un imbarazzo alla fine è cosa buona e giusta, è normale che ognuno abbia dei punti deboli no? certo la voglia di bocciare tutta la classe fu fortissima ma la tenni dentro, ho due rimpianti nella vita e uno è quello di non essere diventato professore a medie o liceo, ma siccome ho potuto scegliere e non ho scelto non ho da dire nulla e…beh, saltasse fuori quella cassetta sarei curiosissimo di sentire che boiate uscirono nell’atmosfera quella volta. E una cosa voglio dire, alla fine, chiedo scusa se vado nella retorica politica: ma che cacchio di faccia tosta hanno quelli beccati per tangenti, etc etc, sia politici che palazzinari vari, che invece di scomparire a 10k km li ritrovi dopo qualche anno di nuovo in giro, a rifare le stesse cose? Immaginatevi di approfittare di un contesto pubblico e mettervi in tasca qualcosa che appartiene a tutti, ok ci provate, ma svelata la cosa, non vi vergognereste veramente tantissimo?? Molto molto più che non sentirsi ridicoli di fronte a persone come voi per una situazione umanissima per la quale, in verità non c’è nulla da vergognarsi?
L’IMBARAZZO
Gennaio 15, 2015 | 0 commenti