Già dal titolo si capisce che siamo dalle parti della qualità o comunque lontani dalla banalità.
Post lungo, sul talento, la paura di fallire.
La prova. Quando hai talento, ti toccano le prove. Più sei normale, meno prove avrai nella vita. La qualità, l’ambizione e il talento ti portano, con sacrifici che i mediocri neppure concepiscono, a raggiungere vette altissime.
Ricordo i fisici del Cern, che avevano la branda, tutti, nel loro ufficioRicordo il mio mito amico Giovanni Zangari, ora Top professore di Fisica in Usa, arrivato dalla calabria senza magliette di ricambio.
E naturalmente la storia di Lebron James e di Manny Pacquiao e Floyd Mayweather, oltre 500 milioni di dollari a testa guadagnati da sportivo (Mayweather oltre il miliardo, dopo Jordan il numero 2 di tutti i tempi…), un’infanzia e un’adolescenza al di là del peggio.
Ecco, fra tutti, però, il Cantante è il talento che più mi affascina. Perché se uno sportivo sbaglia, comunque sbaglia in finale se é bravissimo, se sbaglia un fisico se ne accorgono in pochi (se sbaglia un ministro o un CTS praticamente nessuno…), mentre se stecca un cantante, soprattutto davanti a migliaia di persone , telecamere, telefonini etc, il gg dopo lo sa il mondo.
Per questo mi ero messo a scrivere un romanzo su un cantante, e per un anno mi ero iscritto a tutti i forum professionali di cantanti, parlato con coach di canto lirico, scritto a professionisti, etc. Per questo ero venuto a conoscenza che cantanti che mi piacevano erano normali mentre altri strepitosi, che Tate per 6 anni è stato fra i migliori all time, che Mercury era super versatile ma non privo di tante pecche, che Maria Carey era effettivamente un’ira di Dio e che poverina poi è scivolata negli inferi, che Cornell era unico, che la Jansen era da prima de La Scala così come da concerto a San siro, e così via.E questo video mi aveva ispirato un momento del romanzo.Ora, il pezzo é molto bello anche se non rientra per mio gusto fra i miei primi 5 degli Alter Bridge, e Myles Kennedy, onorato di averlo visto nel 2019 ad Assago, é magnetico in quanto a bellezza e carisma. Forse dopo Chris Cornell, irraggiungibile, é il più bel cantante che io ricordi.Che c’entra la bellezza fisica con la voce?Nulla. Quasi nulla. In realtà, imparai molto sulla Postura, posizione del collo, del petto, diaframma, etc etc. Per esempio Geoff Tate nei suoi anni prime avrebbe potuto fare 48″ sui 400 metri, altrimenti non si spiega come potesse recitare fisicamente con corse e posture da ballerino mentre nello stesso pezzo spaziava oltre le 3 ottave di escursione. Myles Kennedy no. Lui era ed è furbo. Si mantiene nel tempo perché quando canta è ligio alla Postura perfetta. É fisicamente in forma da sempre, non ha vizi, é allenatissimo, mangia regolare e controllato, non sposta di un millimetro nessun muscolo, e sono decine, coinvolto nelle sue escursioni.
Questo pezzo aveva però a circa 5’50” un’esagerazione che in studio era in grado di dominare -sapete, da riposato, senza stress di pubblico, etc etc – ma live, con magari concerto della sera prima, viaggio, stress da palco, etc etc, aveva per 7 anni rinunciato a replicare. A differenza di Broken Wings, mai fatta Live in un passaggio rispetto alla versione in studio, ma con una variante che il pubblico, me compreso ad Assago, comunque applaudiva. Una variante tecnicamente e fisicamente meno impegnativa ma che non penalizza la bellezza complessiva va comunque più che bene, live. Il 99,9 per cento dei cantanti, sappiatelo, a un certo punto della carriera fa abbassare al resto del gruppo di mezzo tono minimo il pezzo… Tate anche di più, perchè appunto fra il 1982 e il 1988 aveva voluto essere Dio.
Ma questo pezzo non aveva una variante logica, e quindi non lo avevano mai eseguito live.
Ed ecco che Myles e gli Alter Bridge, la Mente principale é Mark Tremonti (Bella storia la sua, persona di intelligenza e coerenza umana grandiosa, leader dei Creed, numero 1 in Usa a fine secolo per 3 anni, decise di fondare questi Alter Bridge per essere libero da incudini commerciali…), hanno questo impegno in un magnifico teatro con un’orchestra prestigiosa, e quindi non sono stanchi dai gg precedenti, sono in forma come atleti olimpici che si sono preparati da settimane e anche mesi, per questo giorno qui. Myles ha dormito comodo, nessun viaggio aereo alle spalle, etc etc.
E nell’introduzione al pezzo lo ammette: dice, sono 7 anni che ci chiedono perchè ai concerti non facciamo questo pezzo, e il motivo è… Verso il finale.
Ma io sono un uomo, dice, ed eccomi qui.
Stasera lo facciamo.
Ora, c’è tensione anche nella band, perchè stanno registrando un live, c’è un’orchestra e un Direttore, telecamere sofisticate.Il pezzo incede, Myles é perfetto.
Poi arriva il Momento…La telecamera riprende un secondo la reazione facciale di Tremonti, che aspettava come tutti quel momento.
E il pubblico, la parte colta di esso, reagisce a quel momento come quando un saltatore in alto supera il suo record, è un momento tecnico e fisico e psicologico enorme, lui solo, lassù.
E Myles Kennedy, alla fine, é inquadrato. Ringrazia il pubblico, e ha un’espressione. Quella di un talento che ha suprato la prova.
Certo era teso anche lui, anche se rilassato e pronto. Nel Mio romanzo il soggetto era un gruppo di cantanti incaricati da un privato multi miliardario di creare un brano cantato da essere riprodotto ininterrottamente su una astronave da mandare nello spazio per decenni.(che così presto sarebbe arrivato Musk a voler mandare un giro da privato astronavi non me lo aspettavo).
E un ragazzo di 16 anni aveva superato le selezioni ed era entrato nei 20 cantanti che si cimentavano.
Essendo ragazzino, era stato accolto un po’ così.I cantanti esperti, sia classici che jazz che rock, lo vedevano come minaccia. Tra i 20 c’era Al Jarreau, Stratos, Mercury, Tate, Matjievic, Gillan, Cornell, la Carey., Domingo, etc etc…E sto ragazzino superava le prove date dal miliardario meglio di tutti, passando da super bassi e oltre 40 toni in su.I compositori erano Chick Corea, Frank Gambale e John Petrucci, Stuart Hamm, un percussionista brasiliano, e un batterista jazz di New Orleans.
Dopo il primo capitolo mi chiamarono per allenare perché l’allenatore pe lavoro non poteva più. Io dissi assolutamente di no ma proprio non c’era nessuno e quindi… Insomma, non ci fu mai il secondo capitolo. Probabilmente meglio così