LA GHIANDA ROTTA
Non aveva mai pianto, a almeno nessuno ricordava di averlo mai visto
piangere.
E a Lazzo, piccola ma animato paese di quelle colline, certamente non
sarebbe sfuggita lacrima di alcuno. Forse il suo segreto era che per tutta la vita
non aveva mai rivoltato se stesso contro il suo cuore, agendo quindi sempre per istinto, scardinando qualsiasi azione proposta dall’intelligenza, che peraltro aveva appena accennata, come tutti i suoi simili.
Altro suo segreto era che la sua vita non conosceva dismisura, e ogni
brandello di stagione portava gli stessi rituali, le stesse reazioni agli stessi
sentimenti. Anzi, avvenimenti, non si poteva parlare di sentimenti. Una
reazione, logica per tutti, era quella di scartare, tra dieci, cento, mille, le
ghiande rotte, che avevano sapore e consistenza mai in accordo col palato.
Quel giorno non era diverso da altri giorni, tanto che nessuno si potè
ricordare particolari di significato, che so, un vento forte, una pioggia
torrenziale, qualche brutta sorpresa dei soliti umani. Eppure accadde, e
nessuno se lo dimenticò, entrò in quella costola della coscienza che è la
memoria e da quel giorno la raccolta delle ghiande non fu più la stessa.
Lui era lì, con questa ghianda rotta abbracciata fra le unghie, e piangeva.
Piangeva a dirotto, e certamente la ghianda non poteva rispondergli, non
aveva potere e volere di dirgli qualcosa.
E allora lui piangeva, singhiozzando in maniera imbarazzante. Gli altri, a disagio come sempre davanti ad un dolore, lo lasciarono lì solitario.
Lui la spinse lievemente verso il suo rifugio, tenendola ora al caldo ora
sfiorata dal raggio del suo sogno, che era forse quello di curarla, di accudirla.
Ora, nessuno sa esattamente perchè e cosa significhi nella vasta arena dei
comportamenti, ma generazioni di scienziati, e perfino qualche analista della mente, da allora studiano e dibattono sul comportamento degli scoiattoli di Lazzo.
Che piangono, ecco, proprio piangono, se posti davanti ad una ghianda rotta.
La fanno rotolare con delicatezza, la proteggono, la difendono.
Se sia intelligente o stupida reazione emotiva non lo sa nessuno, teorie e
opinioni hanno riempito corridoi e sale d’attesa, ma certamente avviene, e la gente li guarda e si commuove, a volte rompe apposta delle ghiande e poi si siede ai margini della radura e aspetta.
E guarda gli scoiattoli e le loro lacrime,
serrando le mani emozionati, come quando ci si siede davanti a un’alba e,
senza un perchè,
ci si commuove un pò.