Quelli che non capiscono un cazzo di sport (e scusate la partenza un pò violenta) pensano che dal secondo posto in giù siano tutti dei falliti. Sto parlando, ovvio, di gente che nella loro vita non avrebbero mai neppure raggiunto un decimo posto nei cento metri scolastici (e che magari pensa che un calciatore che a guardar bene non è fra i primi 100 al mondo sia un campione…), ma tant’è, più sei sfigato, più ti piace pontificare sulle posizioni altrui, sempre stato così. Oggi li chiamano Haters, per esempio la Pellegrini ha un sacco di Haters, e chiunque si sia mai buttato seriamente in una piscina per due mesi tentando di raggiungere un tempo capisce quanto la Pellegrini sia un fenomeno con TUTTE le maiuscole, non solo la prima (per i curiosi, andatevi a vedere quanti titoli italiani ha vinto, è non è un errore di battitura…)
E quindi questa storia non parla di un vincente, ma di un atleta che è riuscito ad arrivare alle Olimpiadi, partecipando. Oddio, leggendo bene, io lo chiamerei vincente, questo qui, ma io chiamo vincente anche chi vince un regionale di uno sport con 200 atleti, figuriamoci uno che va all’Olimpiade…
Insomma il tipo da bambino incappa in una delle cose più brutte che possano capitare nel mondo nostro, quello benestante occidentale (perchè, sia chiaro, se nasci in Siria o in posti, simili, oggi come oggi, questa sarebbe pure una storia normale, e anche qui magari ci sarebbe da sottolineare, infatti l’ho fatto). Il bambino prende un tumore, insomma, e finisce su una sedia a rotelle. E il futuro è scritto e segnato, nessun sogno di mezzanotte.
Il bambino è un bambino, e come tutti i kids di questo mondo immagina e ha dei sogni, irrealizzabili ovvio, ovvero dice, voglio fare l’Olimpiade. Lo accarezzano, lacrimucce di nascosto, e via con lentissima fisioterapia per farlo almeno alzare ogni tanto da quella sedia a rotelle, sapendo che sarà dura. Ah, faceva ginnastica artistica, per questo aveva un sogno sportivo.
Dopo 15 mesi si alza da quella sedia, e rompe così tanto le palle che lo riportano in palestra. Ovviamente non ha più la destrezza di prima, e durante un esercizio alla sbarra cade malamente, brutto infortunio insomma. Di quelli che colpiscono la testa…insomma, perde un anno di scuola, ha dei black out al cervello…i dottori gli dicono che non camminerà più bene e che soffrirà di deambulazione tutta la vita, il danno a quella parte del cervello è irreversibile…
Lui dice che però vuole andare in palestra. a tutti i costi. I genitori hanno quel bambino lì, e cosa fanno? lo assecondano, è una vita già buttata, no?
Dopo 15 mesi torna a camminare, con un bastone. In aria, alla sbarra, si trova meglio che su un terreno.
Quando cade non è, come dire, così reattivo sulle gambe, e rimedia anche un paio di fratture. Ma continua. Ed è pure bravo, viene selezionato, dopo tre anni, per gli Europei. Avete capito bene, Europei di ginnastica artistica, mica acqua dolce…
Ovviamente si infortuna, per darci dentro, e li salta. Ah, che tipo di infortunio? Rottura del legamento crociato anteriore…non so se mi spiego…ah, non sto scherzando: poco dopo rompe anche l’altro…stiamo parlando di un ginnasta che causa problemi e malattie quando cade dopo evoluzioni che non so se conoscete ma vi invito a guardarne anche una sola per dieci secondi, è portato a cadere, come dire, malaccio…
Ma riprende, ancora e ancora, due palle che definirei di titanio se siete d’accordo con le espressioni forti, e nel 2011 si qualifica per le Olimpiadi di Londra, che lo vedrà partecipante. Olimpiadi di ginnastica artistica…non paglia, eh.
Kieran Behan non si qualificò per nessuna finale Olimpica, a Londra, ma nel 2016 si qualificò ancora per le Olimpiadi di Rio…
Forse vi ricorderete della storia di Jacobs (comunque nella categoria RACCONTI DI SPORT le trovate quasi tutte, queste storie), che recentemente ha disputato un incredibile mondiale dei pesi medi di pugilato dopo che pochi anni, per un tumore osseo, era finito con la schiena tagliata in due e mesi e mesi di stampelle…ecco, penso che Behan e Jacobs dovrebbero essere conosciuti e spiegati e commentati e raccontati nelle sezioni sportive dei quotidiani, comunque fa niente, lo faccio io intanto.
KIERAN BEHAN e due palle d’acciaio
Maggio 9, 2017 | 0 commenti