Dieci anni fa scrissi una raccolta di favole, una la spedii ad un concorso letterario, arrivò seconda a Perugia. Spiego: mi ero rimesso a scrivere, dopo tipo oltre 20 anni, scrivere veramente intendo, non cose di scalata, al liceo avevo raccolto voti mai visti ma era un mai visto a quel liceo, e con 3 professori in totale, non abbastanza per essere misurato, capite? Quindi scelsi una decina di concorsi letterari, c’è un mondo anche lì, e uno era esclusivo per le favole, ne approfittai per scriverne un pò, le scrissi in qualche giorno, e funzionava così: Yuri era ben piccolo, gli dicevo, Yuri, inventami un nome di una favola. E lui aveva una fantasia veramente alta, così sparava questi nomi e io avevo 20′ per finire la favola, nacquero “lo squalo piatto”, “il telefono dal lungo Filo”, “La cartella Bianca”, “una marmotta fuoriserie”, per la quale andai a Perugia a ritirare il premio e fu poi portata in giro per l’Italia da una compagnia teatrale, e poi questa qui, che lunga non è ma abbastanza, per FB, per non arrivare alla fine.
“Il nome era: delle conchiglie”
Il mare si presentava la mattina come una coperta appena smossa, e mentre il mondo della spiaggia cominciava a trafficare allontanando la pigrizia, i suoni delle onde si affacciavano timidamente sul grande spartito del giorno.
Era una spiaggia protetta dall’alto e sui lati da grumi di roccia scomposta, e i pochi visitatori arrivati dal mare si stupivano nel vedere la scogliera scappare verso l’alto quasi con fretta inaudita.
La gente proveniva dal mare in grappoli, arrotolata a piccoli gruppi, calzando sandali variopinti per non ferirsi sulle mille piccole gocce appuntite del calcare bianchissimo. La luce era resa ancora più forte dalla sabbia dorata, tanto che gli adulti chiudevano gli occhi e li riaprivano con ancora macchie di spiaggia stampate indelebili nel buio della vista.
Non vi erano bambini, perché gli scogli appuntiti costringevano le barche a fermarsi molto più in là della sabbia, così che solo gli adulti, e neanche con grazia, riuscivano a saltare a fatica piccole pozze profonde, le mani impegnate a stringere asciugamani e giornali, o riviste di moda e motori.
Il nome era: delle conchiglie, perché un tempo la risacca aveva là imprigionato decine di case smaltate colorate con grazia, poi col tempo scomparse per giacere in silenzio su qualche mobile scuro.
Un giorno, l’intera costa fu spazzata da onde alte come il muro di un forte, col piano travolto dall’accidentato e le città vicine sconvolte e in rovina. Per mesi nessuno pensò più di andare alla spiaggia, dove però era avvenuto qualcosa.
Forse nostalgiche di un passato mai visto, migliaia di conchiglie avevano chiesto un passaggio alle onde titaniche, e con calma avevano affollato la spiaggia, ora diversa. Trascorsero la Primavera senza un rumore, fino a quando alla fine di maggio le più alte di loro avvistarono qualcosa avanzare.
Era un barcone, strabordante di gente, ansiosa di essere prima a tornare nel posto divelto dal mare.
Il barcone somigliava a un giocattolo troppo ricco di stondi, perché da lontano la gente assiepata sembrava la cera colata qua e là sui fianchi di una candela panciuta lasciata accesa per ore. Quel che avvenne, di fatto, fu descritto dall’uomo che guidava la barca, e poi tramandato per anni, quindi chissà se è poi vero.
Pare che le più grandi conchiglie abbiano fatto un conclave, così, veloce e di getto, decidendo un no per gli adulti, disposte a accettare solo bambini e bambine. Chiesero al mare, e molluschi e altri piccoli abitanti del profondo e della superficie controllarono bene, riportando alla spiaggia che il barcone era pieno di panciuti signori e larghe o mal sottili signore, ma senza bambini.
Allora le conchiglie radunarono tutti i suoni delle loro contorte spirali, e si alzò un coro di muggiti e tromboni, e fischi acuti come di vento in caverne sottili, e la gente ne fu spaventata, così che il capitano virò giusto da scrutare la spiaggia, e l’enorme distesa di conchiglie suonanti dei loro colori.
Detto al ritorno, il fatto gettò gli adulti nel dubbio, e il loro interesse scemò presto nel nulla. Chi mai avrebbe voluto solo vedere e non conquistare?
Ma un bambino di nome Simone origliò il racconto dei grandi, e nei giorni a venire bambini e bambine ne parlarono sempre più abbracciando un’idea, infine reperendo il coraggio di sussurrare al capitano la loro ingenua intenzione.
Il capitano, omone abbronzato e con la barba salata da mille escursioni sul mare, fu colpito dalla novità dell’idea, e propose agli adulti di imbarcare i soli bambini, e di portarli alla spiaggia dei suoni fermandosi vicino agli scogli ma senza attraccare e calpestare la riva.
Da quel giorno, là dove mille e mille conchiglie propongono un concerto diverso, il capitano porta i bambini del mondo ad ascoltare la natura che orchestra. Lui omone si dice che talvolta si allarghi di gioia, felice di faticare ad arrestare la barca nel capriccio del mare, quasi un’altra conchiglia galleggiante e con tanti piccoli abitanti issati a babordo, e lui stesso racconta che dal barcone applaudono le note suonate e le conchiglie, illuminate dal sole che vira nelle sue altezze diverse, rispondono con lampi di gioia, felici del loro concerto e del plauso di tanti felici e ridenti sorrisi.
Questa era della favola. E per gli adulti…
E’ bestiale come ci siano delle persone che letteralmente vivano per tramare alle spalle di altri. Sono proprio PREDISPOSTI, ecco. Segni particolari? Non hanno mai fatto NULLA. Rincorrono posizioni chiave in determinati campi senza mai aver fatto NULLA in quel campo. Vi faccio un esempio: associazione di scacchi ==>> tale persona non ha mai vinto un torneo oltre a quello di casa sua, epperò sgomita per diventare voce in capitolo a livello più alto possibile nel mondo degli scacchi.
Il loro fine è quello di raccogliere intorno a sè qualche fedelissimo, raccontando un bel pò di storielle, facendo molto fumo in maniera tale rallentare o rendere difficile il percorso di quelli capaci e competenti.
Riconosceteli, combatteteli, fermateli. Sono la rovina delle cose belle, o semplicemente delle cose che funzionano. Sono dei tumori.
IL NOME ERA: DELLE CONCHIGLIE
Aprile 28, 2016 | 0 commenti