Ignoro chi sia stato l’inventore del molo, ma quando ho visto questa cosa qui mi sono detto, magari aveva visto una cosa del genere. Ero ad Aitutaki, con tenda piantata proprio lì. Naturalmente ero molto coinvolto dalle condizioni al contorno, così in un’oretta di lavoro ho costruito una lancia con canna o qualcosa del genere e coltellino svizzero. Mentre ero affacendato non potevo che ripassare la scena di quando Henry Fonda vede Terence Hill procurarsi da mangiare ne “il mio nome è nessuno”. E insomma poi percorsi questo molo con la mia fiocina e molto molto fiducioso iniziai a procurarmi la cena.
Beh, una sera di digiuno non fa male a nessuno. Fra l’altro ovviamente dopo un pò ho perso il coltellino ma non volevo assolutamente inquinare quel posto quindi ci ho messo un casino a ritrovarlo.
Poi nei giorni successivi ho preso una cerbottana, lunga circa un metro e mezzo. Dicevano che la usavano gli autoctoni per cacciare gli uccelli e i pesci. Aveva, anzi ha, due frecce, che poi sono due bastoncini di legno, pochi centimetri, con punta di ferro. Infili dentro e soffi. Naturalmente pensavo fosse il classico souvenir da turista gonzo, e la comprai cosciente di esserlo, gonzo intendo. Quando arrivo a casa un giorno sono lì con amici e Tatiana e mi vedono la cerbottana, bella dicono, sì l’ho presa per ricordo, beh, è un pò una pacchianata, sembra vera, sì è fatta bene, dai, fammela provare, prende, infila una delle due freccette, alza orizzontale ‘sto palo, gli diciamo, occhio che la punta è di ferro, magari esce, punto verso di là in basso dice ridendo, il corridoio era fate conto cinque metri, l’amico soffia appena appena, parte una specie di razzo e buca la borsa degli allenamenti poggiata alla fine del corridoio (ero allenatore), proprio dove aveva mirato, ma la buca proprio davvero completamente. Ogni tanto ancora prendo quest’arma e faccio il soffietto, sarò bambino ma non avete idea di quanto mi dia gioia beccare con precisione qualunque cosa miri.
IL MOLO
Gennaio 12, 2015 | 0 commenti