Scrive Poldino, il libero pensatore più intelligente ed acuto che abbia mai conosciuto
Ognuno reclama un suo spazio, col malcelato intento di esprimersi fra le nebbie di paroloni e sentenze trasudati da ben altri Pensatori. Si ha timore di ammettere se stessi, cautelandosi con fantasmagoriche immagini incorniciate nel “bianco e nero” di personalismi che tracimano nelle sabbie “immobili” del proprio egoismo. Anche nel falso traspare una cruda verità: quella impietosa di una Società disillusa. Silente e costumata di fragilità emotive… Tutti a piangersi addosso di rabbie insoppremibili. Tanti Altri, probabilmente troppi, a scrollarsi le spalle, come a consolazione di un (fuorviante) senso di credito verso il Mondo intero. Tantissimi Carnefici, miriadi di “Vittime” e… nessunissima logica che ne giustifichi i malesseri.
Poldino ce l’ha un pò con un certo mondo e ovviamente provoca. Nessuno o quasi lo conosce, e se un giorno dovessero mai recuperare i suoi scritti e pensieri, diranno che a cavallo dei due milleni si erano persi il nuovo Russell.
Chi provoca deve generalizzare e buttarla giù pesante, ma la sostanza c’è. I social, meravigliosa invenzione appunto sociale, hanno cortocircuitato il mondo, dando megafono libero. Molto meglio dei forum, dove si scriveva avvolti in fantonmatici nocknames, nei social ti presenti e dici la tua. Spesso a vanvera, ma di fatto compilando un diario di bordo di te stesso e di come la vedi.
Appunto, come la vedi?
Non la vediamo benissimo, si legge. Nonostante non si sia nati in Sudan o anche in certe periferie di Caracas e similari. Si è spesso arrabbiati, e stanchi di ingiustizie. Che forse oggi sono meno che nel passato antico, ma meno comprensibili.
Il fatto è che il megafono è dato proprio a tutti, anche ai mediocri. Che purtroppo fanno la voce grossa più dei medi e dei grandi (Poldino, per esempio). I mediocri non sono tanti, anzi secondo me sono una minoranza perfino esigua (poi dipende dalle cose, certo. A pallavolo siam tutti mediocri e a calcio tutti hanno un trascorso da raccontare, ma la pallavolo è roba difficile e seria e l’altro è un giochino, va da sè che ognuno dovrebbe scegliersi il proprio campo), solo che con i social strillano più di tutti. Li senti e cercano consensi, di solito fra pochi intimi ( che quando sono per dire cento brindano, hai visto, mi han messo dieci, venti, cento likes ).
Ora Poldino dice una cosa: di pensare con proprie sentenze. E nelle pieghe dell’intervento ci dice di ragionarci su, sulle sentenze. Di distinguerle. E ora naturalmente dei mediocri diranno Poldino, chi è costui, o Palma, lui si pensa non mediocre, ed è vero, non mi sento mediocre e i mediocri mi danno fastidio. Ma sapete perchè? Perchè lo vogliono. Io di mediocri veri ne avrà visti sì e no una decina, uno dei quali io appunto in pallavolo, gli altri lo vogliono essere. Perchè non esserlo è molto più faticoso che non esserlo. Non essere mediocre comporta sacrifici, riflettere, pensare, fare passi indietro e, più di ogni altra cosa, riconoscere il talento in altri. Riconoscere che altri sono migliori di te in una determinata applicazione. Dare la precedenza. Farsi sorpassare e ammetterlo.
E io qui mi vanto di averlo sempre fatto: fin dal post laurea, quando laureato con lode in mezzo ad altri con la lode tolsi il disturbo; rispetto a loro valevo la metà.
Questo, devo dire, è una cosa a cui coi social bisognerebbe meglio interagire. Smascherare i pochissimi, ma arroganti e rumorosi, mediocri, ed isolarli. Ne guadagneremmo tutti. E, attenzione: i mediocri fan spesso strada, perchè l’arroganza senza contenuto fa comodo al potere.