Nel link qui sotto potete leggere altri aneddoti sulla produzione di questo film, da oggi in edicola, ma poichè questo è il mio blog personale, posso aggiungere una cosa.
E’ stato il lavoro più complesso a cui abbia partecipato dal 1990 ad oggi.
Nel 199o ero al Cern, il team era tosto, e io ero probabilmente il più scarso. A dire la verità, ero un pò titubante sulle mie capacità, mi sembrava di essere circondato da mostri, erano tutti spaventosamente intelligenti e preparati, Andrea vacchi, Emilio Gatti, Marco Sampietro…colossi della fisica e dell’elettronica. Io davo tutto, ma quel tutto mi pareva nulla. Breve esame di coscienza, e me ne andai dal mondo dell’universitario. Sbagliando? Forse, chi può dirlo. Se errore ci fu, è datato 1984, quando non mi scrissi a Lettere o Filosofia.
Dal 1990 in poi, lavori progressivamente più carichi di responsabilità, a volte giornate eterne, ma la difficoltà vera era trascurabile. Compresi la differenza fra complesso e complicato. Avevo a che fare con complicazioni continue, ma il complesso, ciò che era complesso, era da un’altra parte.
Il film in questione, invece, è stato una vera e propria impresa complessa. Una cosa enorme, per i mezzi e ciò che era a disposizione. Ha avuto delle ripercussioni, non semplici da gestire. Ci sono stati problemi di salute. Non insignificanti. Per me, semplicemente, era necessario alzarmi mai dopo le cinque per lavorarci subito, e prima di dedicarmi alla mia vera attività professionale, ma per Yuri è stato un lavoro immenso. Un salto assolutamente esagerato. Per difetto, ci ha lavorato intorno 200 ore in 9 mesi. Domeniche da dodici ore…
Era da fare? Penso di no. Ma il risultato c’è
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