Fabio Palma

Infinite jest

I POCHI SECONDI DI UN GENIO

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Esattamente il giorno di Natale mi arriva una presentazione di svariate pagine, ormai per me del tutto incomprensibile, in cui a pag. 11 c è questa foto. Il secondo da sx e’ Emilio GattiPoi i professori Marco Sampietro e Andrea Vacchi.Completamente sfatto da mesi di esperimenti al buio a 12 ore al giorno, eccomi tutto a destra. 1990. Qualche mese dopo mi laureai e iniziai a girare in tenda e sacco a pelo ogni giorno libero A fare della socialità una questione di vita o di morteEtc etc. Distanziamento fisico?Beh, quello fu un lockdown di 6 mesi davvero tosto. Ma è la foto con Emilio Gatti che mi ha fatto sobbalzare, non sapevo che ne esistessero. Lui fu mio relatore di tesi, avere il suo nome sulla tesi è un po’ come avere il nome di Morricone o Jarrett o Petrucci in un diploma di composizione.Da febbraio ad oggi, non pochi si sono alterati per la ferrea convinzione che con uno sbarramento di QI 120 per entrare in parlamento non avremmo né speranza né conte, né salvini né boccia, e nei CTS certamente neppure rezza e ricciardi. Avremmo avuto la metà dei decessi, e anche 1/3 se pure nelle regioni ci fosse stato uno sbarramento e giudicasse l’intelligenza.E io sono estremamente orgoglioso di essermi sentito un essere insignificante rispetto ad Emilio Gatti. Ero da mesi a cambiare set up, non se ne veniva fuori. Ogni tanto, una volta alla settimana, venivano ottimi cervelli come Cova o Sampietro, o futuri professori come Castoldi.Erano tutti più bravi di me, ma in una scala di bravura, come dire, umana. In fondo, si giocava tutti nello stesso campionato.Niente. Un disastro. Io ero annientato, sfibrato, sfatto. Non ero più in grado di ragionare. Una media quasi del 29 in ingegneria nucleare completamente inutile.L’altro relatore era Longoni, anche lui impotente.Un giorno di marzo, almeno in 6 in quella stanzetta, tutti a cercare una soluzione, tranne il povero tesista Fabio Palma, ormai disilluso. Avevo capito che con la fisica non c’entravo nulla, con la fisica di alto livello. Potevi essere uno che stupiva a scuola così come uno che nuota i 50 stile libero in 24″ abbagliare a Milano, ma ad alti livelli ero zero. E mi ero fatto da parte.Tutti aspettavamo Gatti.Era sempre pieno di impegni, era buono e sorridente, disordinato, la sua testa sempre in altri emisferi… E arriva. MARCO Sampietro gli spiega il set up, con la sua solita allegria. Era una spiegazione di pochi minuti. Fatta con umorismo, Marco era un grande, ma che concludeva inesorabilmente con una dichiarazione di resa.L’intero Cesnef, il dipartimento di fisica nucleare, era Ko.Meno di cinque secondi dopo la descrizione di Marco, Emilio Gatti parte con una frase di un minuto al massimo in cui l’incipit era “provate a…” Con la sua vocina infantile. Immaginatela, la vocina di un nonnetto. che dice una cosa geniale sorridente, senza neppure pensarci su.Ovviamente non ricordo il resto, ma credetemi, fidatevi, all’esaurirsi della frase tutti, io compreso, capimmo che era fatta. Era un cambiamento di set up banale, facilissimo, geniale. Lo feci io, pochi minuti, un’ora dopo era fatta. La Camera a Deriva, rivelatore oggi usato a grandi dimensioni in astrofisica e in applicazioni anche industriali, entrava nel mondo ufficiale della fisica sperimentale. Sampietro commento’ : Emilio è proprio un gatto. Ho questa frase indelebile nella memoria.Andai al Cern, la camera a deriva funzionò alla grande sul grande acceleratore, poi il 24 ottobre 1990 presi la Lode, il 25 ero a mosca in vacanza, poi Thailandia, Australia… Lasciai di fatto la fisica, la matematica, gli studi complessi. Mi feci da parte. Tra me ed Emilio Gatti c’era non un abisso, ma una galassia. Come paragonare il miglior calciatore di Lecco a Messi.L’Italia è il peggior paese europeo nella gestione pandemia perché mezze calzette non hanno capito che in certi ruoli sono dannosi molto più di un virus a letalita’ irrisoria sotto i 40 anni e 1 per cento sopra gli 80. E infatti abbiamo una letalita’ assurda, giovani depressi e sfasciati, socialità ammazzata, fans politici stupidi che difendono tali incapaci.Emilio Gatti in due minuti mi fece capire che io ero un qualunque. È stato il più grande Insegnamento didattico. Ai tempi avevo un ottimo QI, sono sceso di 30 da allora. Posso dire di aver sentito parlare un genio per due minuti. È pazzesco come due minuti di genio e forse dieci secondi di sua analisi di un problema siano infinitamente superiori a sei mesi di ragionamento di almeno 8 teste di buon livello.Spero che anche i mediocri capiscano che la meritocrazia sia fondamentale in emergenze e problematiche e che quando delle cose non vanno significa, sempre e comunque, che il meglio non è in posizione chiaveDa Wikipedia: Nel 1983 Emilio Gatti insieme a Pavel Rehak, ricercatore del Brookhaven National Laboratory (USA), inventa la “camera a deriva a stato solido” (SDD: Solid-state (o Silicon) Drift Detector) che oggi costituisce uno dei rivelatori a semiconduttore con la più alta risoluzione energetica per la spettroscopia di raggi X[1]. Negli anni seguenti, grazie ad Emilio Gatti si stabilisce una stretta collaborazione di ricerca tra il Politecnico di Milano, il Brookhaven National Laboratory (dove diversi suoi allievi vengono invitati a trascorrere un periodo come ricercatori) ed il Max Planck Institute di Monaco di Baviera per condurre una intensa ricerca e sviluppo sui rivelatori SDD e sull’elettronica associata; queste ricerche, sotto la guida di Gatti, portano a numerose innovazioni ed implementazioni. Nel 2004 atterrano sul pianeta Marte due rover gemelli Spirit e Opportunity che impiegano nello spettrometro APXS un Silicon Drift Detector per l’analisi a raggi X del suolo e delle rocce[2][3]. Nel 2014 la sonda spaziale della missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea, lanciata nel 2004, raggiunge la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, ed il suo lander Philae, che tra gli strumenti ha un APXS montante un rivelatore SDD[4], atterra sulla cometa per analizzarne il nucleo. Al CERN di Ginevra, sull’acceleratore di particelle LHC (Large Hadron Collider), è operativo dal 2008 l’esperimento ALICE (A Large Ion Collider Experiment) per lo studio delle interazioni tra ioni pesanti che impiega un grande sistema di rivelazione di particelle nel quale sono presenti 260 Silicon Drift Detectors.I rivelatori SDD sono oggi impiegati in numerose applicazioni sia scientifiche che industriali in tutto il mondo.

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