Fabio Palma

Infinite jest

GLI EROI

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Mi dimentico, ogni tanto, forse ci dimentichiamo in tanti, e spesso, che vivo in un paese dove ci sono un sacco di eroi, non solo malfattori, tangentari, avvocati con le aragoste nella vasca da bagno, tesorieri di partito con conti miliardari, imprenditori dalle mani pulite ma collusi con la la mafia come e più di Provenzano, che se vogliamo anche più giustificato.
Tra tanti di questi eroi, uno me lo sono ricordato ieri, ascoltavo distrattamente un TG mentre facevo tutt’altro.
Pensate, avevo finito la quarta liceo, e allora la quarta liceo, perlomeno era così per me e direi per tutti i miei grandissimi amici di allora, era sinonimo di spensieratezza e zero pensieri per il futuro. Chi se lo filava, il futuro…per me c’era solo il rock, spesso l’Hard Rock, le risate in classe alle interrogazioni degli amici che non studiavano, le partite di calcio della classe, e naturalmente qualche innamoramento non corrisposto. Insomma, niente a che vedere con adesso, che già in seconda liceo, complice web, ci sono un sacco di ragazzi e ragazze con le idee ben spesse.
Epperò c’era qualcuno che lavorava per il NOSTRO futuro, che andava ben al di là di quello per cui veniva pagato. Livatino, Falcone e Borsellino c’erano ancora. Livatino era ancora quasi in fasce. Gente così. Si pensava, malamente, che fossero cose da profondo Sud, al Nord e al centro era più una questione di Brigate Rosse o di delinquenza alla Vallanzasca, ma non era così già da allora, c’era una collusione totale di politici di tutta Italia e banchieri e imprenditori del Nord. Solo che noi avevamo 16 o 17 anni, e chissenefrega. A dir la verità, se ne fregavano un pò tutti, perchè se oggi la Lombardia è, dati alla mano, più mafiosa di tutti, vuol dire che occhi e orecchie sono stati distratti mica soltanto fra i liceali.
Dicevo, eroi. Allora, ricordo che spesi qualche minuto ad ascoltare una certa notizia, era di un magistrato torinese ucciso, indagava su mafia. E si chiamava Caccia. Io ero molto, molto abile nei temi d’italiano, ne avrei fatti uno al giorno. Era un puro sollazzo, il tema d’italiano. Ovviamente sceglievo sempre e solamente il tema libero, perchè per le altre proposte bisognava studiare, e io studiavo solo e solamente in prossimità di interrogazioni, il mio motto era massimo risultato con minimissimo sforzo. E il tema libero per me era uno splendido antipasto, lungo 3 ore, ai pomeriggi di giochi, uscite eterne in motorino, cose così. E per farla breve che tanto fino a qui non ci siete arrivati, inaugurai la quinta liceo, a Settembre, con un tema su questo Caccia, con nel cervello giusto una decina di frasi ascoltate molto distrattamente per radio o Tv. Ovviamente presi 9, ero lo scrittore diarreico (mitica definizione affibbiatami da un prof d’italiano in 2°, che quando gli consegnavo i 5 fogli protocollo, rigorosamente scritti solo in bella e fitti fitti, gli veniva il coccolone, e sospetto ora che mi desse il voto senza leggerli…), e incassai con lecita soddisfazione. Immagino fui retorico abbastanza per risultare sufficientemente indignato, immagino ci misi i mei soliti voli pindarici multidisciplinari (arraffavo quello che mi ricordavo dalle interrogazioni di storia, filosofia etc etc, e centrifugavo), e morta lì.
Già, Fabio, morta lì.
Morto era invece il solito eroe, che aveva una missione nel cuore. Che aveva lottato oer i diritti civili in carcere, che aveva sgominato le Brigate Rosse, che aveva capito tutto della mafia che speculava al Nord, riciclando soldi sporchi di sangue in attività commerciali e industriali che arricchivano gente dalla coscienza sporca.
Credo che scrissi, probabilmente in grande stile e facendo bella figura, tutto questo.
Solo che non lo compresi. Perchè se l’avessi veramente compreso, avrei dedicato non tre ore di italiano, ma migliaia di ore di vita e di impegno, a combattere qualunque atteggiamento mafioso mi circondasse. E guardate che gli atteggiamente e i modi e i comportamente mafiosi son mica cose così lontane da noi, eh.
Ora, ieri hanno arrestato il (presunto…) omicida.
Intanto, vorrei dare 10, non 9, a tutti quelli che ci hanno creduto, indagando e perseverando, da allora. E poi, per quanto valga, volevo appunto pubblicare queste righe in memoria di uno dei nostri eroi. Che per farci vivere bene, arriva a dare la vita.

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