Fabio Palma

Infinite jest

COME SI COSTRUISCE UNA LEGGENDA

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Questa notte si è consumata una battaglia epica che resterà negli annali della storia 2K.
No, non sto parlando dei ballottaggi italiani (comunque importanti, la politica è parte primaria del vivere sociale, buon lavoro a tutti i vincenti).
Sto parlando della straordinaria metafora di vita, vera e propria tragedia greca che qualunque sceneggiatore di 3000 anni fa avrebbe approvato con entusiasmo (ed erano i migliori sceneggiatori di tutti i tempi o giù di lì, quei greci. A proposito, ma come cacchio facevano ad essere così avanti??? Mistero che non mi spiego…mah…), dicevo, sto parlando della finale NBA.
Riepilogo, okkio che anche per quelli a cui del basket e dello sport in generale frega nulla, quello che è avvenuto è sceneggiatura su cui meditare.
Si gioca in una baia ed è la gara 7, sono 3-3. Incredibilmente, perchè chi gioca in casa era 3-1, E SOLTANTO DUE VOLTE, MA ORAMAI DI SECOLI FA, CHI CONDUCEVA 3-1 SI ERA VISTO RAGGIUNGERE.
Quindi, già qualcosa di mai visto, o quasi mai visto, sta per avvenire.
Incredibilmente, perchè chi gioca in casa AVEVA BATTUTO COME SQUADRA DURANTE L’ANNO UN RECORD, QUELLO DEI LEGGENDARI CHICAGO BULLS DI JORDAN, CHE SEMBRAVA IMBATTIBILE.
E allora siamo già a due, di cose mai viste. come può una squadra da record giocarsi tutto all’ultima partita?
Chi gioca in casa, ovvero i Golden State Warriors, non sono più da qualche settimana quello che sono stati per mesi: ovvero, un’incredibile orchestra con due solisti che manco Satriani e Petrucci nei giorni migliori, l’immaginifico Stephen Curry, colui che ha INVENTATO un nuovo modo di tirare che al Computer hanno deliberato essere di fatto una novità assoluta, ovvero qualcosa di MAI VISTO PRIMA, per tempi e modi di esecuzione, e Klay Thompson, un altro che tira da nove metri, e qualche volta da dieci, come nella storia mai nessuno ha fatto. Ovvero ‘sti due, sopranominati Splash Brothers, hanno re-inventato le regole del gioco. Tirano da quasi centrocampo, sbagliano di pochissimo, e così gli avversari non capiscono quando e dove marcarli. Sono cecchini che ti colpiscono alla nuca, fra gli occhi, al basso ventre, mentre ancora ti stai posizionando per immaginare una strategia. Qualcosa del genere lo avevano pensato i nazisti cone le V1 e V2, grazie al cielo arrivate troppo tardi. Un anno prima, e gli inglesi se la sarebbero vista malissimo…come fai a difenderti quando sei bastonato senza vedere neppure da dove partono i colpi? Questo, da due anni, era il leit motiv di Curry e Thompson, peraltro assecondati da compagni coreograficamente ineccepibili. Una squadra da All time, una squadra che aveva vinto 73 partite su 82, campione uscente, una squadra che, si diceva fino a due mesi fa, avrebbe potuto battere qualunque squadra leggendaria del passato.
Però…
C’era qualche, microscopico, però…
Non è che ti stia consumando troppo, in energie, fisico e testa, per battere quel record imbattibile di Jordan e compagni?
Curry, non è che stai esagerando nel giocare SEMPRE E COMUNQUE in maniera perfetta? Okkio, perchè anche Bolt e Phelps perdevano nella gare di mezza stagione, per esplodere alle Olimpiadi. Anche Lewis veniva bastonato a Gennaio, per vincere quando contava. E anche Hagler, Mayweather, Pacquaio e compagnia ogni tanto si prendevano l’avversario facile…
Dall’altra parte, questo lo aveva capito, oppure lo aveva capito il suo staff, perchè stiamo parlando di uno da 60Milioni di dollari l’anno da molti anni, quello che è sopranominato KING. Ovvero, LeBron James.
Contestualizziamo.
Oltre 115 kg per 205 (non 203) cm, ma salta come Jordan ed è capace in un campo di basket di andare a 30 all’ora in contropiede. Niente se e niente ma, è disumano. Non si è mai visto una creatura di Dio così. I parametri dicono che avrebbe sconvolto anche il rugby, il football americano, diverse specialità dell’atletica, e chi più ne ha più ne metta. Un camion agile come un motorino, non so se mi spiego…da qualche anno, durante la stagione regolare, quella che assegna i posti per le partite che contano, gioca al 70 o 80%, comunque spesso dominando, per esplodere quando conta. Ha capito, o glielo hanno detto, che anche se superman DEVE PRESERVARE QUEL BEN DI DIO DI FISICO EXTRATERRESTRE che gli è stato confezionato sotto un cervello che comunque, credetemi, è molto molto fine…
Arrivano le partite che contano, e Golden State vince, ma vince in maniera DIVERSA!! Curry e Thompson vanno a corrente alternata, Curry si infortuna anche, torna ed è grande, ma non superlativo. In semifinale passa 4-3, recuperando da 1-3 (!!), contro una squadra fisicamente assurda che ha in due fuoriclasse, Durant (mano di fata) e Westbrook ( il secondo atleta più formidabile della NBA dopo Le Bron, l’unico suo limite che è alto 191 cm ma per il resto mammamiasantissima, ennesima conferma che i neri hanno del divino in muscoli e tendini) due giocatori, ma vorrei dire sportivi, da all time.
Insomma, Golden State arriva alla finalissima, e si gioca al meglio delle sette partite, un pò logora. Dall’altra parte, fresca fresca, Cleveland, LA CITTA’ PERDENTE DELLO SPORT AMERICANO, con “King” Le Bron James e un 24enne veloce come i fulmini a Maracaybo, Irving.
E infatti Curry e Thompson steccano le prime due partite, solo che Golden State è molto più squadra di Cleveland, non ha comprimari, e va 2-0. L’orgoglio e James+Irving fanno 2-1, ma poi Curry sembra tornare un’ira del cielo ed è 3-1.
E’ finita, ne sono convinti tutti. Manco San Paolo e profeti passati si sarebbero spinti a pronostici avversi a Golden State. che va in casa sua, l’inespugnabile casa sua, per concludere 4-1 e festeggiare davanti a milioni. E per milioni (di dollari).
E qui accade quello che anche Cormac Mac Carthy avrebbe faticato ad immaginare, o Jules Verne tentennato a buttare giù…Le Bron e Irving furoreggiano e sbancano la baia di San Francisco, poi a Cleveland Le Bron è Thor in persona, e si va a 3-3. La città perdente dello sport americano torna a San Francisco e prova quello che non è mai accaduto: vincere il titolo NBA da 1-3.
Così tanti piccoli fattori portano a qualcosa di mai visto e mai accaduto.
Così è lo sport, che insegna più di tante altre cose. ( ah, lo capissero certi professori e politici…)
Così si costruisce una leggenda, una partita leggendaria, con eroi leggendari: da tante piccole cose che si dipanano per mesi e anche anni, fino ad arrivare ad un punto da ammirare e ricordare per secoli.
Certe volte leggi commenti assurdi su quello che guadagnano certi sportivi, pugili compresi.
Ma essi non sono comuni mortali, prendetevela con quelli che portano i soldi in Svizzera, che rubano e guadagnano ai danni nostri. Non con LeBron, Curry, Irving, Westbrook e compagnia. La leggenda non è mai gratis, come è giusto che sia.

Curry ha sprecato un pallone decisivo cercando un passaggio dietro la schiena, quindi una sua tripla non ha toccato nemmeno il ferro. L’uomo che ha rivoluzionato il tiro sbaglia il tiro decisivo. Simboli del flop della squadra che ha vinto 73 gare su 82 prima dei playoff, un record inutile per il titolo. “Ma torneremo alle Finali, ci rivedrete qui” ha detto Curry. “So bene di non aver aiutato la mia squadra, e il pensiero mi tormenterà per parecchio tempo”.
Il flash: l’incredibile stoppata del RE,per sventare un facile canestro di un avversario a 1’50” dalla fine, sull’89 pari, un gesto con cui LeBron James ha detto al Mondo e ai compagni che la leggenda poteva starci. Il colpo del ko è arrivato 57 secondi più tardi, quando Kyrie Irving (sullo stesso campo in cui nelle Finali di un anno fa subì un grave infortunio al ginocchio…) ha segnato in faccia a Stephen Curry la tripla del +3 (89-92), mettendo in ginocchio la squadra dei record. Sì, Irving ha segnato da tre contro Curry, il recordman da tre di tutti i tempi. Sceneggiatore, non hai esagerato???? Permettendo a Cleveland di cambiare la storia: nessuno aveva vinto il titolo rimontando dall’1-3 in finale. Tutte queste cose mai viste in un’unica tragedia? Manco Sofocle, ragazzi…aveva esagerato così.
Ora quindi la storia ha una nuova tragedia sulla quale insegnare ai ragazzi, e ai bambini, com’è la vita, da un campo di basket a tutti i giorni da riempire. La vita non è una medaglia a due facce, o una bilancia con due piatti. facce e piatti sono molti, molti di più. Le tragedie sono ESAGERATE perchè in pochi minuti ti devono aprire gli occhi su tante cose.

Racconta il formidabile giornalista Riccardo Pratesi, dello spogliatoio dei perdenti, che solo due mesi fa erano i vincenti impossibilmente perdenti “Il silenzio. Assordante, impietoso. Incredulo. Quello dello spogliatoio di Golden State pochi minuti dopo la fine di un sogno e l’inizio di un incubo. Quando i Warriors hanno affrontato la realtà, un’evidenza che non si aspettavano, cui non erano preparati. Un ambiente opprimente, dove ti senti osservatore di troppo. Ma guardi affascinato, perché i bassi della vita sanno essere più significativi dei migliori momenti. Più rivelatori, toccano nel profondo, ma fanno meno male, quando osservati in terza persona. Curry e Thompson sono seduti con le spalle girate ai cronisti. Stravolti. Steph ha lo sguardo fisso sul telefonino. Legge i messaggi. Non riesce a fare altro. Thompson al suo fianco ha gli occhi rossi e la testa semi nascosta dall’asciugamano. Stravolto”

Onore a Curry, Thompson, Green, Bogut, Iguodala, i magici Golden State Warriors. Gli imbattibili.
Per fare una leggenda, è necessaria la sconfitta di grandissimi. Altrimenti, che leggenda sarebbe? La leggenda poggia sempre le basi su rovine preziose e inestimabili, sulle Cartagini di tutti ogni epoca. Golden State Warriors è la Cartagine di questa epoca, come Curry l’Annibale di oggi. Grazie di esistere, Cartagine.
C’è una morale, in tale tragedia?
Io ne dico una: non ci sono MAI cose semplici, ma alcune cose sono più difficili e complesse di altre. E insegnano a noi Normali tanti piccoli spunti. Non esistono le cose impossibili, non esistono i pronostici chiusi, non esistono gli imbattibili, non esiste la perfezione, non esiste l’imbattibilità, e fermarsi su gioie e dolori porta in entrambi i casi a un destino: la sconfitta. Ma, in fondo, non esistono neppure gli sconfitti

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