Prima di ricopiare quello che ho già scritto su Facebook volevo scrivere qualche cosa su come è stato realizzato questo video.
A me è sempre piaciuto vedere cose nelle quali la tecnica si sposasse al contenuto, quindi per esempio bello vedere una corsa e correre, ma ancora più bello vedere correre Gebrselassie o Bolt o Michael Johnson, per dire.
Ecco perchè tutto il contenuto, e anche qualcosa in più, che è riportato sotto, è stato costruito con largo uso di tecnica.
Tanto per specificare meglio, sia Yuri che Filippo Salvioni che Francesco Torquati Gritti, nelle riprese indoor, hanno utilizzato alcuni accessori (due steady e tre sliders, di cui uno motorizzato e uno di tre metri) che esaltassero la dinamicità propria di un ragazzino e ahimè lontano ricordo man mano che si avanza nell’età…sul colore, sono state fatte riprese secondo un profilo colore di camera richiesto da Yuri, che poi gli permettesse una color correction come quella del video, dove le ombre intorno ai volti sono accentuate, e così via. All’esterno, in val di Mello, il crane che abbiamo e ancora la steady ma soprattutto la V2, che permette 60 scatti al secondo in Raw, ha permesso nel video sequenze di scene con slow motion, movimenti da alto in basso, corse (come quella con steady in mano verso le due ragazze, nei titoli di coda), color correction accentuata sul movimento sulle rocce.
La musica, poi, è stata scelta da Yuri secondo la logica di dare un forte impatto ai cambi scena (e questo poteva anche essere risolto con musica elettronica più spinta), ma anche con un certo tono serio, che ha voluto lui, perchè “lo sport, quando lo pratichi veramente è serio anche nel divertimento”. Amen…
Sono arrivate un pò di mazzate negli ultimi giorni, non solo alcune tutto sommato “lontane”, come quella di Dean Potter, anche tante storie molto più vicine e se vogliamo comuni. Quindi sono un pò a disagio nel postare questo video che è tutta gioia e allegria, dal titolo alla sceneggiatura, fino al lavoro che c’è stato nel costruirlo, lavoro certosino dalle riprese al montaggio, lavoro che porta allegria e serenità come tutte le cose che ti piace fare e dove l’accumulo di ore non pesa.
C’era a tavolino la voglia di sottolineare alcune cose; per esempio i volti, non ancora segnati come è ovvio che sia già da quasi subito dopo l’età dei protagonisti. La dinamicità e la destrezza, che sono merce rarissima perchè non ce la curano, non ce la fanno mai curare, e invece secondo me è una cosa bella e io che non l’ho mai avuta, anzi forse l’avevo proprio a quell’età a ricordare certe cose (salto di un’intera tromba di scale, e salto di una macchina da un muretto, questo a scuola, alle elementari. Se lo facessi adesso penso che non basterebbero tre barelle). Poi una cosa comune a tutti gli sport, ma non solo, e cioè che c’è un percorso che ha pure tratti in bianco e nero, e questi tratti sono anche spesso corridoi più lunghi delle zone a colori, che a loro volta possono essere sotto e senza riflettori, e magari la parte dei riflettori è quella più dura da sostenere perchè ha dietro un tabellino e un giudice, e così via, insomma chi ha costruito il video ha voluto dire tante cose e anzitutto voglio ringraziare già tantissimo chi mi ha scritto per questo video, e poi, moooooolto retoricamente, vorrei dire che ci sono prove della vita infinitamente più toste da sostenere che non un allenamento o una gara etc etc, e anche questo voleva essere detto nel video, con l’ultima parte che è la naturale evoluzione dell’arrampicata ma se ci pensate anche di quasi tutti gli sport, la fortuna di poter applicare in serenità ore e ore di allenamento, di gestualità, di prove e ri-prove.