Ieri sera sono riuscito (ero sveglio dalle 3 e mezza del mattino, ogni tanto arrivano questi periodi di insonnia, un disantro) ad andare ad una serata di un tipo di cui avevo volentieri letto un paio di libri agli inizi delle mie uscite speleo e prime scalate, e che, ben sottolineando che la narrativa e la letteratura di livello sono ben altra cosa, aveva colpito con storie raccontate con ironia, un certo talento, belle riflessioni, insomma, letture piacevoli.
Beh, fermor estando che quanto mi appresto a scrivere non è assolutamente una critica agli organizzatori, anzi, grandi applausi a loro, volevo veramente lanciare dei pomodori. E pensavo di essere l’unico, invece eravamo in tanti.
Quando scriveva, ed era giovane o poco dopo, era rottura verso establishment, non prendersi sul serio, auto-ironia. Purtroppo poi con l’età c’è sempre il rischio di una deriva pseudo-filosofica intellettuale che porta a dire scempiaggini e generalizzazioni piatte e sconnesse (ma sì, mi perdo in paradossi) che fanno veramente, ma veramente, piangere. Per esempio, che ora c’è piattezza culturale, che dopo di me o noi è tutto agglomerato di feci, etc etc. Come se io dicessi, ehi, vedete questa foto: beh, l’ho scattata in Namibia, nel deserto. Ah, che viaggi, che avventure facevamo, che livertà, che Spirito giovane ( e fin qui, ok). Poi però aggiungendo: eh, ora i giovani non fanno più queste cose, non sanno più viaggiare, c’è pochezza, si sa tutto, c’è il web, non c’è curiosità, sorpresa, Spirito, libertà…
MA CHE ORONZATE SONO?
Beh, rimanendo nel campo della disciplina scalata e compagnia bella, io di giovani che intellettualmente valgono dieci volte questi autonominatisi guri, e non sto parlando di forza e resistenza e tecnica perchè lì siamo, come è logico e normale, ad un fattore almeno cento, ne conosco almeno un camion. E potrei approfondire la cosa, ma dopo aver sentito certe cose ieri sera…beh, non ne vale veramente la pena. uscire dal proprio giardino, che poi è tutto insito nel termine outdoor, a pieno spettro però, è cosa che denota Spirito, non solo di osservazione. E lo Spirito lentamente muore, se non alimentato. Peccato. Peccato perchè neppure Einstein ebbe il coraggio di dire, a veneranda età, dopo di me il vuoto la pochezza etc. Certo Hegel lo disse, ma insomma Hegel…vabbè, sbagliò forse anche lui, ma diciamo che se lo poteva permettere. E insomma la sintesi è questa: certe frasi sono state così irritanti, si commentava fuori, che tutto il resto, persino le cose che si erano lette ed apprezzate anni fa, diventano davvero senza alcun significato. Spazzate via. Lo so, non è giusto: distinguere quando una persona è savia e scrive e dice cose interessanti, da quando poi diventa quel post “lentamente muore”. magari ce la farò, fra qualche mese. Intanto, però, frequento e leggo volentieri giovani contemporanei immensamente più profondi, colti, riflessivi, stimolanti, intelligenti, etc etc. Sperando che non aridiscano anche loro. fortunatamente non capita a tutti. Solo che quelli a cui non capita non vanno in giro ad esternare e a fare i guru, e questo in fondo, a veder bene, è un problema. Si permette a questi pensatori da strapazzo di far grancassa, ed è giusto, assolutamente giusto, ma poi non si dà spazio a quelli che in due secondi li spazzerebbero via con pensieri, racconti, et etc, contemporanei e anche passati, ma detti e mostrati con bel altro acume e intelligenza