“Zio rompeva le noci di cocco con un pugno, nonna finì in gabbia per aver steso il sindaco di Guarare, la notte in cui nacqui andò al bar a cercare nonno, che stava con una puta, e lo sdraiò con un destro. Mio bisnonno con la testa aperta in due da un machete strisciò fino alla sua fattoria prima di morire. Siamo fatti così in famiglia, il dolore non c’impressiona.”
L’uomo di sinistra sta morendo, gli mancano pochissimi giorni di vita. L’uomo di destra è uno dei più feroci e straordinari pugili di tutti i tempi, probabilmente il più grande peso leggero della storia e poi capace di diventare campione nel mondo anche nelle categorie successive, sfidando con sorti alterne Hagler. Leonard e Hearns.
L’uomo di sinistra ha l’Aids, e in quel momento nel mondo non è chiaro se sia contagioso o meno per via aerea. Anzi, a dirla tutta, la gente pensa che lo sia, ovunque. L’uomo di destra si chiama Roberto Duran, ma molti lo chiamano Mano di Pietra. Ha uno dei volti più cattivi che si sia mai visto su un ring di boxe. Non recita, ha proprio un volto così. Si china, e lo bacia, in bocca, dicendogli ti Amo, Esteban. Poi ordina alla figlia di fare altrettanto. Il fotografo nella camera d’Ospedale rabbrividisce, ne parla il mondo. L’uomo di sinistra si chiamava Esteban De Jesus, e sfidò Roberto Duran, Manos de Pietra, quando era imbattuto su 71 incontri. 71 incontri, 71 vittorie!!!! Lui, Esteban, lo affrontò con 40 vittorie su 41. Vinse, e fu la prima sconfitta in carriera di Duran. che poi, in due terrificanti scontri, si prese due volte la rivincita. Nel terzo incontro, Duran vinse per Ko alla dodicesima ripresa, e poi salì di categoria per affrontare il bello e il buono, ovvero Ray Sugar Leonard, già Campione Olimpico e super vezzeggiato dai media americani. Quando Duran lasciò la categoria dei pesi leggeri, si scrisse che “finalmente è finito il regno del terrore fra i Leggeri”. Un solo uomo era riuscito a finire in piedi, anzi a vincere, ed era Esteban De jesus. La seconda fotografia dice tante cose, su come fossero sul ring quei due uomini. Ancora, Duran è a destra, e Esteban è a sinistra.
Il pugilato salvò Duran dalla strada, dal carcere, dalla violenza, da chissà quali altre cose, mentre Esteban fu sconfitto più volte dalla vita, macchiandosi di un assassinio, storia di droga, di un 17enne, durante un litigio. In carcere Esteban, che era anche un campione di Baseball, cambiò vita. Fondò una squadra di baseball del carcere stesso, che vinse anche contro squadre professioniste normali. Poi divenne predicatore cristiano, nello stesso periodo in cui si scoprì che aveva da tempo l’HIV. Fu graziato un mese prima della morte, che avvenne a 37 anni.
Duran, negli stessi anni, divenne miliardario grazie agli scontri infuocati prima contro la superstar Ray Sugar Leonard, poi contro Hagler. Duran vinse in 15 riprese violentissime contro Leonard la prima volta, ma nel mese successivo si diede ai festeggiamenti ingrassando di 40 kg, e sei mesi dopo perse la rivincita tornato al pelo nei limiti di peso. Negli anni successivi più volte si pensò fosse finito, ma diede qualche bella sorpresa al suo paese, Panama, e chi sempre scommise, e forte, su di lui. Prima del match contro Hagler, che perse ai punti in 15 riprese, dichiarò “non so come finirà domani sul ring, ma so come finirebbe in una cabina telefonica”. Oggi è un tranquillo nonno cittadino, perfino troppo pacato per ricordare chi fosse. Uno che disse la prima frase di questo post, ma anche “Ken Buchanan nel 1972 mi disse: non ti dimenticherò mai, ti penserò ogni volta che vado a pisciare. Alla tredicesima ripresa l’avevo colpito lì e gli avevo distrutto una vena nel testicolo destro. Sarà anche stato un colpo basso, non voluto, ma se si fosse rialzato l’avrei massacrato ancora di più. Pedro Mendoza a Managua era l’idolo del paese. L’ho messo ko in un solo round. Sua moglie però aveva da ridire. Dio, com’era molesta. L’ho allontanata dal quadrato con il dorso della mano. Sono passato professionista nel 1968, con un KO: mandai De Leon dritto al pronto soccorso. Non boxò più. Avevo battuto un eroe, Sugar Ray Leonard, che odiavo perchè era un ragazzino elegante che neppure voleva essere quello che era, un nero, quindi ero il migliore, e anche campione del mondo. Noi dell’America Latina non eravamo affatto male. Quando tornai a Panama trovai 700 mila persone a portarmi in trionfo. Mia mamma ricordò a un reporter quanto fosse stata dura la nostra vita e che da piccolo le avevo detto: non preoccuparti, quando sarò grande tutto cambierà. Nel 1989 Esteban de Jesus era alla fine. Molto drogato, eroinomane, molto malato. Ma gli uomini coraggiosi vanno onorati. Soprattutto quelli che combattono, che non si tirano indietro. Era un guerriero, l’ho pestato, gli ho tolto ogni orgoglio, ma lo ho anche ammirato. Non mi frega di cosa fosse malato [Aids]. Era solo un grande uomo, ridotto male. Era stato anche in carcere per omicidio. L’ho preso dal letto, l’ho sollevato, l’ho stretto a me.”